Università Cattolica del Sacro Cuore

di Emmanuele Michela

Dal grave incidente alla laurea.
La rinascita sportiva di Lorenzo passa dalla Cattolica

I volti della Dual Career

C’è un prima e un dopo nella vita di Lorenzo Bulloni, e basta una semplice ricerca su Google del suo nome per accorgersene. Tutto ruota attorno ad un incidente in moto, avvenuto nell’agosto 2018: aveva 18 anni all’epoca il ragazzo, che viveva a Crema e si allenava già con la prima squadra del club calcistico locale, in Serie D. «È successo proprio durante l’unico giorno libero della preparazione». L’impatto è stato tremendo, e se oggi Lorenzo può raccontare tutto è un vero miracolo: «Ho avuto due ischemie al lobo frontale destro, la rottura di entrambi i polsi, il bacino fratturato, recisione dell’arteria iliaca, bloccati polmoni e reni…». L’amputazione della gamba destra è stata inevitabile, una sberla enorme per uno che ha sempre giocato a calcio: «Per un anno ho praticamente vissuto in ospedale».

Eppure, oggi, Bulloni non parla con rabbia o risentimento per quanto accadutogli, ma anzi dice: «È stato lo sport ad aiutarmi». Da 5 anni ormai gioca nel Vicenza a calcio amputati, una versione del football per atleti con menomazioni fisiche, disciplina cui ha dedicato anche i suoi studi in Scienze Motorie. Fresco di laurea all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, ateneo dove ha potuto usufruire del Programma Dual Career. «Ho voluto studiare come questo sport, in Italia, possa avere un futuro più roseo: presto potremmo entrare a far parte della Figc, e questo ci aiuterebbe enormemente».

Racconta di un mondo sportivo pionieristico, che in Italia conta pochissimi club - 3 - ma che cerca visibilità e spazi. «Recentemente, anche la Uefa ha reso omaggio al nostro movimento, inserendo lo sport nello spot della Champions League. Una grande emozione». Spiega come funziona la sua vita sportiva: «Ci alleniamo a Vicenza, con due ritiri al mese che durano per tutto il week end. Per me è stato fondamentale approcciare questo sport e ricominciare così a giocare: la mia famiglia e i miei amici mi hanno spinto molto per cominciare. All’inizio era difficile, ma abbiamo vinto subito il campionato e questo mi ha dato ancora più voglia. Mollare con lo sport era stato terribile: il vero problema è accettare di non essere più quello di prima. Ma tu sei tu, sei unico. E con il tempo ho imparato ad accettare me stesso».

In Università Cattolica Lorenzo ha frequentato lezioni e laboratori tutti i giorni, affrontando la vita da pendolare con abnegazione e voglia di costruirsi. «Sono stati tre anni bellissimi, scomodi per la mobilità di tutti i giorni ma ricchi di incontri: mi divertivo tantissimo a stare in gruppo, avere relazioni, sopperivo la fatica con l’interesse. L’aiuto che dava il Servizio Inclusione è stato utilissimo, così come la Dual Career: l’ho scoperta tardi ma mi ha sostenuto molto nell’ultimo anno. I ritiri a Vicenza e gli impegni della squadra che alleno mi chiedevano molto, così il mio tutor mi aiutava a far quadrare gli impegni con i prof, le date degli esami, ecc…».

Bulloni è già in pista per la Laurea Magistrale, con un obiettivo: diventare insegnante di educazione fisica: «Mi si è aperto questo mondo grazie all’incidente: ho fatto numerosi incontri nelle scuole, e questo mi ha permesso di scoprire che posso trasmettere tanto ai ragazzi, e va oltre l’insegnamento classico delle scienze motorie. Mi piacerebbe portare la disabilità nel quotidiano».

 

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