Università Cattolica del Sacro Cuore

di Emmanuele Michela 
 

Sport, Università, Erasmus:
Laura Ceddia ha vinto il suo triathlon

 

«Non so come, ma ce l’ho fatta». Laura Ceddia lo dice dopo essere arrivata alla laurea in Economia e Gestione dei Beni Culturali, e dopo che, in questi tre anni di studio, ha portato avanti anche la pratica agonistica di uno degli sport più ardui del palinsesto olimpico, il triathlon, peraltro anche con un semestre speso all’estero in Colombia. «Sono stati tempi molto impegnativi, ma ricchissimi. Per l’educazione che ho avuto, non avrei mai voluto mollare l’università», dice, riflettendo su questo periodo di università in cui è stata supportata dal programma Dual Career dell’Università Cattolica.

Come si arriva a fare triathlon? «Quando ero alle medie facevo già nuoto a livello agonistico, avevo due fratelli che facevano triathtlon e che accompagnavo ad allenarsi. Un giorno il loro allenatore mi propose se volevo provare ad iniziare aquathlon (che unisce corsa e nuoto, nda) e vinsi subito una gara. Da lì iniziai a credere che questo sport fosse adatto a me». E non ha mai smesso di pensarci Laura, mettendo assieme anche settimane di allenamento durissimi («Alterni i tre sport durante la settimana con un programma molto preciso»), gare dai risultati ottimi e la speranza, comune a tutti gli atleti, di andare un domani alle Olimpiadi («difficile, ma il sogno si coltiva sempre»).

A sentirla parlare, però, quello che colpisce di lei è la sua convinzione a voler vivere una vita universitaria normale, compresa l’esperienza in Colombia: «Sono andata con un’altra ragazza che fa la Cattolica, che ho conosciuto in aeroporto, ma con cui mi sono trovata subito. L’università dove eravamo, a Bogotà, era fantastica». Ovviamente, non è mancato il tempo e il desiderio di fare sport neppure lì, a 2600 mt d’altitudine: «In ateneo c’erano delle palestre e mi allenavo lì, poi avevo una piscina dove andavo a nuotare. E ogni domenica avevo un gruppo con cui correvo in città».

Cosa resta, oggi, di questa alternanza triathlon-università? Laura non ha rimpianti: «Molte compagne di questo sport hanno preferito mettere da parte l’università per non cedere. Invece, ho fatto scelte diverse, ma credo che questo mi abbia costruita, anche perché ora mi sento forte del saper lavorare per obiettivi e con organizzazione». Presto inizierà la specialistica a Piacenza, in Global Business Management. «Non so cosa voglio fare davvero quando andrò a lavorare. Dopo essermi diplomata al liceo classico avevo le idee confuse, ma ho scelto questo corso perché mi ero appassionata al mondo economico, ma avevo anche sensibilità per il mondo artistico e culturale. Sono partita per l’Erasmus e pensavo di tornare sicura di me e delle mie ambizioni: sono cresciuta molto, ma in realtà ancora non so cosa fare. Ma non ho paura: diventerà chiaro col tempo».

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