Università Cattolica del Sacro Cuore

di Emmanuele Michela 

Lo studente Tomaselli e il basket in carrozzina:
«Lo sport ha cambiato ciò che dovevo vivere» 

Nicolò Tomaselli è persona con disabilità dalla nascita che da quando ha 7 anni gioca a basket in carrozzina. «Lo sport ha avuto un ruolo enorme nella mia vita: crescere con la spina bifida è stata la mia normalità. Una normalità che aveva questo come ostacolo ma pur sempre normalità perché ognuno affronta nella vita limiti e ostacoli, e il mio è stato questo. E giocare a basket ha davvero cambiato il significato di ciò che mi è dato vivere». Un campionato italiano già in bacheca, prima ancora uno giovanile («che è stato il primo e in parte il più bel successo in carriera in quanto obiettivo di un gruppo che lavorava per quello insieme da tanti anni»), cui si sono aggiunti Coppa Italia e Supercoppa… I trionfi, si direbbe, sono appena cominciati per lui, 19 anni, atleta oggi della Unipol Briantea84 - società brianzola che dagli anni Ottanta promuove lo sport tra giovani con disabilità - che a settembre ha iniziato a studiare psicologia in Università Cattolica

Pensare che all’inizio voleva fare ingegneria, «ma in quarta liceo ho iniziato a cogliere in me il desiderio di capire gli altri e perché si prendono certe scelte, così come poter stare di fianco ad un amico per sostenerlo nelle difficoltà. Non è poi diversa l’ingegneria: entrambe le discipline cercano il funzionamento di qualcosa». Parla sereno e pesa le parole, attende il domani godendosi l’oggi. Che pure è complesso, «ma non mi sento definito dalla mia disabilità: è la mia differenza, anzi, come ognuno ha la sua. Per quanto riguarda l’università, dal punto di vista dell’interesse ho fatto la scelta giusta, i corsi mi piacciono. A livello organizzativo lo studio è impegnativo, perché, in quanto professionista, mi alleno quasi tutti i giorni. Ma nel tempo ho imparato a organizzarmi meglio, e adesso faccio parte del programma Dual Career che mi aiuta per l’organizzazione degli esami». Un dispiacere? «È più difficile coltivare amicizie, perché spesso appena finisco le lezioni devo correre al palazzetto. Ma in questi primi mesi ho incontrato molti amici, sia del mio corso che anche più grandi, che mi hanno aiutato a incontrare e godere del mondo universitario, senza paure». 

Quanto al basket, è diventata questione di lavoro anche se mantiene la sua natura passionale: 

«All’inizio un bambino fa sport solo per divertimento: i miei genitori mi hanno proposto, dopo aver provato anche lo sci, questa possibilità per me che mi è subito piaciuta. Nel tempo poi è diventata una professione, e l’impegno è aumentato ed è diventato sempre più serio e importante nelle mie giornate, anche se rimane sempre una passione». Nicolò guarda al futuro: «Come ogni atleta punto a vincere e ad imparare a costruire sempre di più uno spirito di squadra. Anche lo studio è molto importante: molte persone non capiscono davvero il valore dello studio anche per una persona che fa sport. Io voglio imparare a trasmettere questi valori». 

Eventi/News