di Emmanuele Michela
Dai chiostri alla pista di ghiaccio:
il sogno di Marco Zandron a 5 cerchi
I volti della Dual Career
Quando gli chiedi perché gli piace tanto il pattinaggio artistico, Marco Zandron è laconico: «Volare su una superficie di 2 mm ha un che di magico, e devi farlo unendo preparazione atletica a cura artistica. Non trovo una cosa simile in altri sport». 26 anni da Bolzano, è studente di Economia in Università Cattolica, vive a Bergamo dove si allena ogni giorno con un obiettivo: Milano-Cortina 2026, Olimpiade cui punta con i colori della Nazionale spagnola, che già da 4 anni lo ha accolto. Una manifestazione sportiva che avrebbe un valore enorme di rilancio per lui.
Infatti, già alla precedente edizione dei Giochi invernali - Pechino 2022 - aveva partecipato, sempre per la Spagna, in coppia con Laura Barquero. Che però dopo le Olimpiadi era stata fermata dalla Wada perché trovata positiva al Clostebol. Il caso è per certi aspetti simile a quello di Sinner, ma mentre il tennista italiano ha patteggiato una pena di 3 mesi, la pattinatrice spagnola ha ricevuto una squalifica di 6 anni. «È stato un dispiacere enorme», dice Zandron, che ha dovuto così trovare una nuova partner con cui gareggiare, continuando ugualmente a vestire i colori della Spagna.
È stato proprio in questa fase di ricostruzione che il Programma Dual Career è risultato prezioso per lui, che frequenta la laurea magistrale di Economia. «Il nostro è uno sport molto dispendioso, ci alleniamo anche 25-28 ore alla settimana, per lo più al mattino. Io volevo fare la magistrale e ho dovuto scegliere un’università che mi permettesse di seguire i corsi senza per forza frequentare tutti i giorni». Marco studia in modalità blended, «in parte, nel week end, vado fisicamente in università, in parte posso seguire con videolezioni o webinar. E grazie al Programma ho un tutor che mi aiuta nel dialogo coi docenti e l’organizzazione degli esami. Spesso ci sono dinamiche logistiche difficili da gestire, con gare ed allenamenti: serve flessibilità».
Ma c’è di più: «Avere una persona come un tutor che si preoccupa di te, del tuo studio e della tua attività agonistica è importante. Lo sport prende tanto di testa: poter avere dei momenti in cui si riflette di sé e si butta fuori ciò che si ha dentro significa molto, altrimenti lo stress da sport e lo stress da studio si combinano». Zandron racconta di quando fu trovata la positività della sua partner e lui avrebbe dovuto cambiare compagna, luogo d’allenamento, magari anche nazionale, «e in tutto ciò avrei dovuto essere ligio nel fare tutti gli esami: impossibile! Invece, confrontandomi con il mio tutor, sono riuscito a passare quel periodo facendo un passo alla volta». 
Con la testa torna a Pechino 2022, per tenere vivo il sogno di Milano-Cortina 2026: «Quando raggiungi il sogno olimpico, realizzi che tutti i sacrifici che hai fatto sono valsi la pena. E ripensi ai momenti tosti vissuti, quando ti chiedevi: “Ha senso tutto ciò? Sono seppellito in strati di fango e non riemergo, che senso ha continuare? Perché non starsene in pace e prendere la strada più semplice?” Ma con la strada semplice non vai da nessuna parte, con quella impervia si costruiscono grandi cose. I momenti bui non sono mancati, ma con questa consapevolezza li ho superati».
Così, ecco che si può guardare anche al futuro, forti di una laurea che Zandron ha recentemente conseguito. «Ho fatto una tesi sull’impatto economico delle Olimpiadi sulle città ospitanti, nello specifico con un focus su Torino 2006. E così ho approfondito il ruolo dell’IOC (International Olympic Committee), rimanendo affascinato da questo mondo. Vorrei quindi, un domani, spendermi in questo settore di alto livello, unendo i miei studi in economia al mio amore per lo sport».