
I Real Refugees scendono in campo
La squadra Real Refugees continua tra allenamenti e match creando un clima di serenità e familiarità tra i ragazzi, preparando la partita finale all’Allianz Stadium il 25 maggio. Guarda l'intervista!
«La gioia più grande è quella non attesa», scriveva Sofocle. Che sia proprio così, ancora oggi, lo conferma Giulia Verona, 20 anni, studentessa di Scienze e tecnologie alimentari all’Università Cattolica di Cremona. Cambia il palcoscenico, ovviamente. Non più l’Atene del drammaturgo greco ma la Napoli di oggi. Più precisamente, la piscina Felice Scandone, dedicata al giornalista sportivo napoletano e sede delle finali di nuoto della 30esima edizione delle Universiadi (la cui fiaccola, nell’ambito di un evento promosso da Cattolicaper lo Sport, era arrivata proprio in Università Cattolica lo scorso 10 giugno).
«Era la gara più importante dell’anno – spiega Giulia –. C’erano tutte le incognite di una specialità che non è la mia, i 4x100 stile libero. Per questo, la medaglia di bronzo è stata assolutamente inaspettata. E la gioia, ancora più grande». Lei si definisce «alle prime armi nello stile libero». Occhio però. Nei 200 rana, è tre volte campionessa italiana assoluta. Il primo titolo, l’ha vinto a soli 15 anni. Tra gli juniores, sono arrivati due medaglie d’argento ai Giochi europei, due ori agli Europei ed è stata finalista mondiale.
Alle Universiadi aveva conquistato un bronzo anche a Taipei, nel 2017. Quella volta, però, erano i 4x100 misti: dorso, rana, delfino e stile libero. A causa di un infortunio all’adduttore, Giulia ha dovuto abbandonare momentaneamente la rana. È un muscolo troppo importante. Ma stare lontano dalle piscine e dalle gare era impossibile. Dunque, ecco lo stile libero, dove l’infortunio pesa sicuramente meno. Una specialità nuova per lei, una scelta vincente.
Giulia, che è nata a Cremona e ha una grande passione per i viaggi e per la lettura («divoro libri, anche se adesso è più complicato: il tempo libero lo dedico allo studio»), nella sede cremonese dell’Ateneo si sente a casa. «Mi trovo bene. Certo, è una dimensione più piccola rispetto a Milano, ma questo mi aiuta a far conciliare lo studio e le lezioni (CLICCA QUI per maggiori informazioni sul percorso di Dual Career promosso da Cattolicaper lo Sport, ndr). Chimica, finora, è stata la mia materia preferita. Il nuoto mi porta via sei ore al giorno, sei giorni alla settimana, quindi laurearsi senza accusare ritardi sulla tabella di marcia non sarà semplice. Ma l’obiettivo finale è ciò che conta. Lo sport lo insegna da sempre».
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