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New European Bauhaus - NEB

Multipolar Conversations

Tre conversazioni multidisciplinari sui temi chiave del New European Bauhaus (Beautiful, Inclusive, Sustainable) con studiosi, ed esperti locali e internazionali.
Ciascuna conversazione si concentrerà sulle sfide sull’uso della cultura, dell’arte e, in particolare, delle arti visive nel processo di creazione di ambienti capaci di produrre una forte qualità esperienziale e una “bellezza” in cui i soggetti coinvolti giungano a definire una propria “Community Aesthetics”.

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LA LOCANDINA DEGLI INCONTRI
La photogallery

Building inclusion through the experience of beauty (MIGRATIONS | MEDIATIONS)

La bellezza è l’universo entro cui il valore simbolico delle arti acquista uno spessore conoscitivo, etico e sociale. Nella cultura contemporanea, il senso del bello si è definitivamente affrancato dalla prospettiva di una forma assoluta, perfettamente armonica e coerente; piuttosto, mira ad abbracciare la contingenza e, di conseguenza, la pluralità di identità, tecnologie e pratiche mediante le quali la sua forza può sprigionarsi. Le arti e i media, in particolare, definiscono oggi un campo di incontro vivo, dinamico e in costante trasformazione, perché al suo interno si muovono sguardi capaci di attestare la diversità tanto sul piano degli impulsi creativi, quanto su quello delle attitudini interpretative.

Questa Conversation vuole dunque promuovere una riflessione sulla capacità dei linguaggi espressivi delle arti e dei media nel costruire una realtà del bello attraverso estetiche di comunità, azioni simboliche e pratiche sociali che, forgiando gli spazi del vivere comune, lavorano su: la cementificazione identitaria e politica dell’individuo e del gruppo;  l’incontro fecondo con e il pieno riconoscimento delle alterità reciproche; la costruzione di una identità plurale tipica della cittadinanza urbana e trans-urbana contemporanea.

Sulla base dell’esperienza maturata nel corso del progetto di interesse d’Ateneo Migrations/Mediations (Dipartimento di Scienze della comunicazione e dello spettacolo), si cercherà di aprire quesiti intorno ai temi della bellezza e della pluralità che attraversa tutte le metropoli multietniche e multiculturali, ponendo particolare attenzione sul processo di traduzione del modello transculturale in iniziative e progetti concreti, sviluppati da operatori culturali, studiosi, policymakers e cittadini sia nativi italiani sia di origine straniera.

Panel

MEDIA COMMUNITY, RADIO, DOCUMENTARY
Nadia Bellardi, Transcultural media consultant, Community Media Forum Europe.

VISUAL ARTS
Nicola Pellegrini and Ottonella Mocellin, Visual Artists.

AESTHETICS, MUSEUMS
Nikos Papastergiadis, Director of the Research Unit in Public Cultures and Professor in the School of Culture and Communication at the University of Melbourne.

PERFORMING ARTS
Pierluigi Musarò, Full Professor of Sociology at the University of Bologna.

Chair: Professor Ruggero Eugeni
Direzione scientifica: Ruggero Eugeni, Alice Cati, Elena Di Raddo
Coordinamento tecnico: Martina Guerinoni
Data: 24 novembre 2021, ore 14.30
Location: Sede di Milano, Università Cattolica (Aula Negri da Oleggio)

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Building a multi-ethnic climate-neutral society

Lo scorso 15 settembre, nel suo discorso sullo stato dell’Unione, la Presidente von der Leyen ha parlato di un’Europa unita in tre termini: un’Europa unita nell’avversità e nella ripresa, con riferimento alla pandemia; un’Europa unita nella responsabilità, con riferimento alla crisi climatica in atto e alla sicurezza internazionale; e un’Europa unita nella libertà e nella diversità’, con riferimento alla necessità di trovare un terreno comune nelle pratiche di inclusività sociale.

La multipolar conversation ‘Building a multi-ethnic climate-neutral society’ si inserisce perfettamente in questo contesto. Con una prospettiva plurale, si interroga sulla sostenibilità delle pratiche di uso e consumo a livello di società civile, soffermandosi in particolare sul tema dell’economia circolare E in questo confronto a più voci, diventa sempre più chiaro che, spesso, economia circolare vuol dire semplicemente recupero delle buone tradizioni.  

Ci si domanda: come possiamo costruire una società allo stesso tempo multi-etnica e carbon-neutral? Cosa possiamo imparare dalle culture d’origine dei nostri concittadini in termini di economia circolare? Quali sono le idee vincenti che possiamo trattenere e tramandare?  

Così come nelle cene tra amici, quando ognuno porta un proprio piatto e alla fine si compone a una ricca, allegra e colorata tavola imbandita, allo stesso modo intorno al nostro tavolo siederanno quattro testimoni, provenienti da Paesi e Continenti diversi, che ci racconteranno la loro storia di vita e i ricordi, vissuti o ascoltati, di usi e costumi tradizionali, da cui attingere per una nuova società carbon-neutral. 4 persone, 4 Paesi - Brasile, Senegal, Romania e Palestina, 4 concittadini che si incontrano intorno a un tavolo e, recuperando, rielaborando, valorizzando quanto già le loro culture implicitamente propongono in termini di economia circolare, portano il loro contributo a una società più pulita, più equa, più bella. 

Opening
Federica Olivares, NEB Università Cattolica,
Director, International Program and Master in Cultural Diplomacy, Università Cattolica

Panelist
Awa Kane, Student Faculty of Political and Social Sciences, Università Cattolica - Brescia
Gabriela Palade, Assistant integrating disabled pupils
Simone Silva, Cultural mediator, translator and interpreter
Iyas Ashkar, Restaurant Manager

Chair: Ilaria Beretta, Associate Professor in Urban and Environmental Sociology, Università Cattolica
Date: Monday 29 November, 5.30 pm
Location: Sala dell’Iliade, Brescia Campus

 

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The Art of the Encounter: Building a Beauty that Builds an Inclusive and Just Environment


La conversazione coinvolge artisti, mediatori dei conflitti e giuristi in una riflessione sugli intimi legami tra arte e giustizia, a partire dall’esperienza e dagli studi dei relatori nel campo della giustizia riparativa in diversi contesti. Le pratiche riparative consistono in incontri tra ‘nemici’, guidati dai principi dell’inclusione e della partecipazione diretta e volontaria e ispirati alle potenzialità creative del dialogo. La giustizia riparativa riesce a tessere e a ricucire relazioni più vitali tra persone, gruppi, popoli divisi, con un’attenzione particolare per le realtà urbane polarizzate da separazioni interculturali e interetniche e società segnate da violenze collettive.
La conversazione impegnerà relatori e pubblico nell’esplorazione dell’arte quale risorsa, potente ma pacifica, di edificazione di spazi inclusivi dove esprimere e riflettere in modo nuovo, e insieme, sulle ingiustizie e sulla domanda di giustizia.
Grazie al riferimento a esempi concreti, la conversazione svelerà come l’arte può rappresentare uno strumento bello e inclusivo per costruire forme di giustizia dopo le ingiustizie, grazie alla capacità unica dell’arte di consentire di esprimersi e dischiudere l’immaginazione. Senza immaginazione, il futuro è impossibile; ma lo sono anche la speranza e il cambiamento. Proprio l’arte può, allora, sostenere lo sforzo di persone, gruppi, comunità e popoli divisi nell’immaginare un futuro diverso e migliore. L’arte diventa così il catalizzatore di una giustizia che ripara, ristora e, forse, risana.
Durante la conversazione, l’arte sarà protagonista: essa stessa parlerà, si esprimerà, si renderà visibile, consentendo ai presenti di fare subito esperienza del messaggio che il proggetto vuole comunicare, cioè esperienza di una bellezza che edifica un ambiente giusto e inclusivo.… Beauty that Builds an Inclusive and Just Environment.

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