Università Cattolica del Sacro Cuore

Un Codice etico dello Sport per la città e le società sportive milanesi. È uno strumento volontario, che mira a rafforzare e valorizzare il ruolo sociale, culturale e comportamentale che lo sport diffuso e correttamente praticato sviluppa a favore delle persone e delle comunità. L’iniziativa, promossa dal Comune di Milano in collaborazione con Transparency International Italia e Avviso Pubblico, ha lo scopo di auto-tutelare le società sportive da comportamenti impropri e dai crescenti rischi di coinvolgimento, spesso involontario, in dinamiche di illegalità o questioni di doping, manipolazioni dei risultati, scommesse illegali, violenza, razzismo, agonismo precoce ed esasperato. Situazioni talvolta collegate anche a infiltrazioni della criminalità organizzata.

Il nostro contributo

Alla stesura del Codice ha contribuito l’Alta Scuola in Psicologia Agostino Gemelli (Asag), che da anni lavora con il Coni e con diverse società sportive sia a livello giovanile che professionistico. «Lo scopo è permettere alle società sportive di migliorare la qualità del servizio offerto, il rapporto con gli utenti, il reperimento dei fondi, la propria immagine e reputazione – spiega Caterina Gozzoli, direttore di Asag e docente di Psicologia del Lavoro e delle organizzazioni –. Attraverso  questo Codice etico l'Italia entra nel Global corruption report sullo Sport (il rapporto annuale di Transparency International che fornisce una panoramica sulle dinamiche e sulle cause della corruzione in diversi ambiti , ndr) per un’iniziativa positiva e non per qualche cattivo esempio. Adesso la sfida più grande, per Asag come per gli altri soggetti coinvolti, è che il Codice etico diventi una buona pratica diffusa e condivisa e non resti un episodio isolato».

Il report, presentato a Palazzo Marino dalla professoressa Gozzoli insieme a Virginio Carnevali, presidente di Transparency International Italia, Francesco Tufarelli, coordinatore dell’Ufficio Sport della Presidenza del Consiglio dei Ministri e Chiara Bisconti, assessore allo Sport del Comune di Milano è stato contemporaneamente illustrato ai principali organi europei di stampa a Berlino, dove ha sede Transparency International. «Sensibilizzare gli addetti ai lavori non è facile – commenta la professoressa Gozzoli –. Si pensi al problema delle scommesse: molte società professionistiche non riescono a garantire gli stipendi e così i calciatori sono attratti dalla criminalità organizzata, che garantisce denaro in cambio di combine. In questi anni ci siamo resi conto che molti atleti sono disinformati persino sulle sanzioni stesse previste per il match-fixing, ossia il tentativo di truccare le partite».

Combattere la corruzione

L’antidoto non può che giungere dalla costruzione di una sensibilità etica maggiore in tutto il mondo dello Sport. A partire dai settori giovanili. «Bisogna agire fin dai più giovani, quando gli atleti di domani frequentano ancora le scuole elementari. Per farlo, basta trovare il linguaggio giusto ed entrare in sintonia con i bambini per parlare con loro di etica e legalità. Perché lo Sport è un’occasione per conoscere il contesto sociale, ma anche per cambiarlo. Ne fa parte e per certi versi ne è una sorta di lente di ingrandimento». Il Codice è adottabile da qualsiasi organizzazione sportiva, con una specifica formulazione per i soggetti concessionari di impianti pubblici. Da parte delle società sportive possono essere proposte differenti formulazioni o integrazioni al testo entro un’ottica di progettazione e gestione dialogica. E attraverso il Codice anche il Comune di Milano si impegna a ispirarsi, nella propria azione amministrativa, ai medesimi principi.

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