Università Cattolica del Sacro Cuore

5X1000 all'Università Cattolica: persone al servizio delle persone

 

Donare il proprio 5X1000 all’Università Cattolica significa partecipare alla sua missione. Il nostro Ateneo è una comunità accademica che, come recita lo Statuto, “contribuisce allo sviluppo degli studi, della ricerca scientifica e alla preparazione dei giovani alla ricerca, all’insegnamento, agli uffici pubblici e privati e alle professioni libere. L’Università Cattolica adempie a tali compiti attraverso un’istruzione superiore adeguata e una educazione informata ai principi del cristianesimo”.

Grazie al sostegno di chi ha scelto di devolvere una parte del proprio IRPEF alla Cattolica, dal 2010 a oggi è stato possibile aiutare quasi duemila studenti meritevoli, supportare la ricerca e realizzare importanti progetti, in Italia e all'estero, in ambito medico-sanitario, educativo e sociale.

Nell’anno del suo Centenario la Cattolica ha voluto dare un sostegno concreto ai suoi studenti e alle loro famiglie, attivando grazie anche al contributo del 5X1000, il Fondo Gemelli. Un vero investimento sul futuro, che si inserisce nel solco delle 1917 borse di studio per studenti meritevoli attivate dall’anno accademico 2010/11 che ogni anno consentono ai beneficiari di far fronte concretamente a spese per abbonamenti ai mezzi pubblici, acquisto di libri o per la vita fuorisede altrimenti difficili da sostenere.

Tra i tanti progetti...

Dal 2010, i fondi ricevuti dalla donazione del 5X1000 hanno dato ulteriore slancio ai progetti di cooperazione a cui l’Ateneo partecipa permettendo anche la creazione di scholarship rivolte agli studenti che desiderano partecipare al programma di volontariato internazionale UCSC Charity Work Program. Uno dei progetti che la Cattolica ha cofinanziato si chiama “Sguardo oltre il carcere” e mira a migliorare le condizioni di vita dei detenuti nelle carceri del Camerun e il loro reinserimento nella società.

«Leggendo le interviste realizzate con loro abbiamo colto forse per la prima volta il loro punto di vista, spesso estremamente competente e interessante - ci ha raccontato Oana Marcu, la ricercatrice che ha partecipato alle fasi di lavoro sul campo per l’Università Cattolica -. Per me questa è la grande motivazione del mio lavoro di ricerca: riuscire a cogliere il punto di vista dei protagonisti della realtà che indaghiamo, riuscire a raccontarlo e metterlo a frutto affinché diventi un suggerimento per far funzionare meglio le cose».


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