
I Real Refugees scendono in campo
La squadra Real Refugees continua tra allenamenti e match creando un clima di serenità e familiarità tra i ragazzi, preparando la partita finale all’Allianz Stadium il 25 maggio. Guarda l'intervista!
Dall’Università Cattolica al Campionato del mondo 49er FX junior, in Olanda. La vela di Paola Bergamaschi è stata la più veloce a Lalystad, sul grande lago IJsselmeer, una ventina di chilometri a nord di Amsterdam. Perfino rispetto agli uomini, tanto che solo l’equipaggio maschile di casa ha saputo prevalere - per un solo punto di distacco - sulla barca della 23enne di Salò, condotta alla vittoria insieme a Ottavia Raggio.
Sfiorato dunque il titolo assoluto proprio nell’anno in cui per la prima volta l'FX era aperto anche agli uomini, Paola Bergamaschi è tornata in Italia da campionessa del mondo della classe 49er FX junior, cioè under 23.
«È stata una gran bella soddisfazione – spiega Paola –. La 49er è una barca performante, dinamica. C’è bisogno di tanto allenamento per essere rapidi. Non è certo una barca da crociera. Sei appeso al trapezio ad una spanna dall’acqua, per controbilanciare ed evitare di scuffiare. È il doppio più prestazionale delle Olimpiadi».
Una barca con la quale due anni fa Paola Bergamaschi aveva già conquistato il campionato italiano assoluto, e sulla quale non si limita ad allenarsi. Sta scrivendo anche la tesi di laurea, con la professoressa Paola Vago. Perché la 23enne salodiana, studentessa di Scienze Motorie e dello Sport all’Università Cattolica di Milano, vuole approfondire la complessità nel condurre un’imbarcazione di questo tipo anche dal punto di vista psico-pedagogico.
«La parte psicologica è fondamentale. In questo senso, chi più si allena meglio farà. Anche per questo mi serve avere un mental coach che mi segua. Soprattutto quando sei in testa e nel giro di pochi secondi ti ritrovi a inseguire. È una sensazione che tutti velisti conoscono: basta che il vento oscilli, oppure una manovra sbagliata. Si può recuperare solo con il massimo della concentrazione».
Concentrazione, allenamento, sacrifici. Quelli che Paola ha imparato ben presto a conoscere, anche a Milano. «Quando avevo lezione, vivevo a Milano. Ma con le regate non ho mai potuto divertirmi come gli altri studenti universitari. È stata una mia scelta, una decisione che ho preso e che ripeterei. Non ho mai avuto il tempo nemmeno per andare a ballare, una sera». Sacrifici che a 23 anni possono pesare, ma anche ricompensarti.
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