La decisione era nell’aria. Si è atteso, forse troppo. Ma adesso è ufficiale: i Giochi olimpici di Tokyo si disputeranno nel 2021. Il governo giapponese (che avrebbe già speso in infrastrutture più di 12 milioni di dollari) ha tentato fino all’ultimo di evitare lo slittamento di un anno. Le indicazioni del Cio erano chiare: nessuno spostamento oltre il 2020.
I rischi
Lo imponevano i contratti stipulati dagli organizzatori con le televisioni e con gli sponsor, con penali elevatissime qualora i Giochi non si disputassero nel 2020. D'altronde, i diritti tv per le olimpiadi giapponesi ammontano a 4,5 miliardi di dollari e rappresentano il 73% delle entrate del Cio, come scrive il Sole 24 Ore. Che riportando le parole di Thierry Sprunger, ex direttore finanziario del Cio, aggiunge: ben 18 federazioni internazionali (su 28) potrebbero fallire.
Ma l'emergenza sanitaria in corso non ammette altre vie d'uscita. Il premier giapponese Shinzo Abe ha proposto al Cio il 2021, il presidente del Cio Thomas Bach (che sa bene cosa vuol dire non disputare un'Olimpiade, avendo saltato quella di Mosca 1980 - sì, quella del grande boicottaggio - da campione olimpico in carica nel fioretto a squadre con la Germania Ovest) si è detto «d’accordo al 100%» con il rinvio al 2021, come ha confermato Abe.
L’altra possibilità sarebbe stata lo slittamento dei Giochi in autunno, periodo nel quale le condizioni meteorologiche sono migliori in Giappone. Una scelta nel segno delle Olimpiadi del 1964, che si disputarono proprio in Giappone, in autunno. Ma il rischio di un ulteriore, secondo slittamento sarebbe stato altissimo. E allora, meglio lo spostamento di un anno, come ha deciso di fare anche la Uefa per gli Europei di calcio rinviati al 2021. I Giochi olimpici e paralimpici manterranno però il marchio Tokyo 2020.
Hope lights our way
La staffetta della Fiamma olimpica sarebbe dovuta partire da Fukushima. Un percorso di grande valore simbolico, attraverso le 46 prefetture dell’arcipelago, prendendo piede dai luoghi devastati dal terremoto del 2011, quando uno tsunami colpì la centrale nucleare di Fukushima Dai-ichi causando l'incidente nucleare più disastroso dopo Chernobyl.
“Hope lights our way, la speranza illumina il nostro cammino”. Il messaggio che si leggeva sulla carena dell’aereo che ha trasportato la fiamma olimpica da Atene fino a Tokyo, non sbiadisce. Anzi, acquista così un significato ancora più intenso.
Nel suo comunicato il Cio ha scritto: «I Giochi olimpici di Tokyo devono essere riprogrammati in una data successiva al 2020, ma non oltre l’estate del 2021, per salvaguardare la salute degli atleti, di tutti i partecipanti e della comunità internazionale».
«Grato al Cio e al Governo giapponese per il rinvio dei Giochi di Tokyo al 2021 - ha twittato il presidente del Coni, Giovanni Malagò -. Decisione eccellente, assunta in modo celere e responsabile, a tutela della salute degli atleti e delle delegazioni. Forza ragazze e ragazzi: sarete ancora più forti. Continuiamo a sognare insieme!».
Gli atleti e i precedenti
Dunque per gli atleti, compresi i diversi atleti e atlete che studiano all'Università Cattolica ed erano pronti a partire per Tokyo, cosa cambia? Tutto, ma per loro le Olimpiadi sono già oggi. Lo sono state ogni giorno degli ultimi quattro anni, durante ogni singolo allenamento quotidiano per i Giochi. Per alcuni di essi, i più anziani, un ulteriore anno di attesa sarà un dazio non sostenibile.
«Federica Pellegrini ha 32 anni, tanti per una nuotatrice», ha detto Malagò a Sky Sport. «Elisa Di Francisca (che ha 37 anni, ndr) vuole un secondo figlio e questo potrebbe complicare i suoi piani, mentre per Aldo Montano (42enne nel 2021, ndr) capisco che sia dura, ma non perderemo nessuno per strada. Con la determinazione di tutti potrebbero essere il simbolo per Tokyo 2021».
E poi, bisognerà pensare a riprogrammare i Mondiali di numerose discipline che si dovrebbero disputare nel 2021: meglio un ulteriore slittamento a cascata per fare spazio alle Olimpiadi, o un titolo olimpico che abbia valore anche come titolo mondiale? L'unica certezza, per ora, è che proprio come Berlino 1916, Tokyo 1940 e Londra 1944, anche le Olimpiadi di Tokyo 2020 vengono spostate. Ma è la prima volta che ciò non avviene a causa di una guerra mondiale. Questa volta, tutto il mondo combatte un nemico comune.
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