Università Cattolica del Sacro Cuore

 

Nonostante l'emergenza Coronavirus, la Federazione Italiana Giuoco Calcio ha elaborato, come negli scorsi anni, il Report Calcio 2020. Il documento nasce dalla collaborazione tra la FIGC e la società di revisione PwC e Arel, si riferisce - è bene sottolinearlo - alla stagione 2018-2019 ed è diventato un appuntamento fondamentale per analizzare l'evoluzione dell'industria del calcio, sia a livello nazionale sia a livello europeo.

In un contesto del tutto particolare, a causa del drammatico scoppio dell'emergenza epidemiologica e del conseguente arresto di tante attività industriali, commerciali e di servizi, la fotografia del sistema calcio nel nostro Paese offerta dai dati e dalle comparazioni contenute nel Report evidenzia luci e ombre. Abbiamo chiesto un'analisi delle une e delle altre a Claudio Sottoriva, docente di Metodologie e determinazioni quantitative d’azienda presso la Facoltà di Economia dell’Università Cattolica e direttore del Corso di Alta Formazione Finance per non Finance Manager – Fondamenti di gestione finanziaria nel settore del calcio professionistico. Un Corso giunto alla quinta edizione e al quale è possibile iscriversi fino al 9 settembre 2020 (CLICCA QUI PER MAGGIORI INFORMAZIONI).


di Claudio Sottoriva

Le scommesse

Un primo dato che emerge dalle prime analisi del documento della FIGC, guidata dal Presidente Gabriele Gravina, è quello costituito dal contributo delle scommesse sul calcio che hanno portato lo scorso anno 248,4 milioni di euro nelle casse dello Stato: oltre 38,5 milioni di euro (il 15,7%) arrivano dalle scommesse sulla Serie A. L’analisi del contributo derivante dalle scommesse, riferisce Agipronews, conferma la prevalenza del calcio rispetto agli altri sport: nella top 50 degli eventi sportivi con la maggior raccolta derivante dalle scommesse sportive in Italia figurano unicamente partite di calcio. Nel 2019, oltre 16,3 milioni di entrate erariali sono arrivati dalle scommesse sulla Champions League (il 6,8%) e 13,2 milioni (il 5,6%) dalla Premier League. Le scommesse sulla Liga hanno garantito 10,6 milioni di gettito (il 4,5%), mentre l’Europa League si ferma a 9,9 milioni (3,9%). Il secondo sport dopo il calcio, il tennis, non supera i 60,6 milioni di gettito erariale dalle scommesse, mentre il basket si ferma a 23,6 milioni di euro.

I ricavi

Un secondo dato d'interesse sotto il profilo economico-aziendale e tecnico-gestionale è quello dei ricavi delle squadre della Serie A, della Serie B e della Serie C per il periodo 2014-15 fino al 2018-19: secondo i dati della Federcalcio, i ricavi da ingresso allo stadio sono passati da 262 milioni di Euro a 344 milioni di Euro, +82, quasi un quarto del totale. Risultano in cresciuta anche i ricavi da sponsorizzazioni, che passano da Euro 409 a 688 milioni di euro, +279, con un aumento del +19,7% nell’ultima stagione. 

Aumentano anche i ricavi dai diritti televisivi, da Euro 1.091 ad Euro 1.400 milioni. Gli altri ricavi passano da Euro 482 ad Euro 669. Ma la vera esplosione riguarda le plusvalenze: da 381 a 753 milioni di Euro, praticamente il doppio: +372 milioni. Il valore della produzione (ricavi tipici, plusvalenze e merchandising) quindi passa da 2,625 miliardi di Euro a 3,854.

L'indebitamento

Un altro dato oggetto di analisi, contenuto nel Report Calcio 2020, è quello relativo all'indebitamento: il portale Calcio&Finanza ha fatto il punto sull'indebitamento complessivo dei football clubs: "Secondo le rilevazioni degli esperti di PwC, che insieme al Centro studi della Figc e ad Arel hanno curato il rapporto, l’indebitamento complessivo dei club di Serie A - si legge - ha sfondato il muro dei 4 miliardi di euro, in crescita dell’11% rispetto alla stagione 2017-2018. La componente maggiore dell’indebitamento dei club di Serie A è rappresentata dai debiti finanziari (verso banche, società di leasing e factoring, obbligazioni) che, secondo quanto indicato nel report, si sono attestati al 30 giugno 2019 a 1,35 miliardi di euro (1,18 miliardi al 30 giugno 2018) con un’incidenza sul totale dei debiti del 31%".

Società di calcio quindi molto indebitate, con una posizione finanziaria netta (PFN) o, meglio, un indebitamento finanziario netto significativo, facendo riferimento ai dati di bilancio al 31 dicembre 2018 e al 30 giugno 2019. I dati contabili, ovviamente, non vanno generalizzati ma consentono di individuare grandezze patrimoniali-finanziarie ed economiche che devono essere attentamente monitorate sia dagli organi di amministrazione (Consiglio di Amministrazione) sia dagli organi di controllo interni ed esterni (collegio sindacale, società di revisione, COVISOC e FIGC).

La dimensione sportiva e i social media 

Per quanto riguarda la dimensione sportiva, i praticanti sono diventati ben 4.6 milioni, di cui 1.4 tesserati Figc con un totale complessivo di 570 mila partite ufficiali: vale a dire che in Italia si gioca in media una partita ogni 55 secondi. Ne consegue che non deve stupire il dato relativo al valore attrattivo della industria del calcio32 milioni di tifosi, con un audience mondiale da 2.3 miliardi; 16.1 milioni sono gli spettatori negli stadi registrati nella stagione 2018-19. Ma il calcio è il punto centrale anche da casa: su 50 top eventi tv seguiti, ben 49 sono infatti match di calcio. Un movimento che vola anche sui social, con 215.5 milioni di fan e follower e 1.4 miliardi di video visualizzati, e che continua a espandersi nelle altre piattaforme interattive: sono 14.300 le iscrizioni effettuate ai tornei e-sports.

Nell'ambito delle attività didattiche e formative del Corso di Alta Formazione "Finance per non Finance Manager", si analizzano le scelte di strategie di marketing adottate dai football clubs: le nuove strategie adottate hanno portato a una crescita dei ricavi dell'8.5%, dovuti in gran parte agli introiti commerciali (aumentati del 19.7%) e a quelli dei diritti dei media (con un balzo dell'11.8%).

Il costo del lavoro e gli ammortamenti

Rimane sempre significativo il costo del lavoro (+14.9%) e gli ammortamenti (+20.3%), con una perdita che nel 2018-19 è di 395 milioni (+83.9) e tocca gli oltre 4 miliardi nel periodo 2007-19. Per far fronte ad un costo per salari e stipendi dei tesserati in crescita e ad elevati ammortamenti (ripartizione del costo del cartellino del giocatore sulla base della durata del contratto stipulato con lo stesso, negli ultimi 8 anni sono stati necessari 2.8 miliardi di ricapitalizzazioni, l'81% dei quali effettuati da proprietari stranieri. È, tra l'altro, di questi giorni la notizia del cambio di proprietà della Roma (quotata in Borsa).

Quali benefici per la ripartenza?

L'impatto del Coronavirus sarà sicuramente rilevante: attendiamo i dati al 30 giugno 2020 per una più compiuta analisi; i dati al 31 dicembre 2019 delle società che chiudono il proprio bilancio al 31 dicembre o i dati intermedi al 31 marzo 2020 non possono infatti dare piena evidenza dell'impatto delle difficili decisioni che sia il Governo nazionale sia la FIGC hanno dovuto adottare per contenere la pandemia. Tuttavia i decreti-legge emanati dal Governo hanno previsto alcuni benefici per il settore sportivo:

- un'ulteriore contributo potrà venire dal decreto-legge approvato il 7 agosto scorso (in corso di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale) che all'articolo 80 prevede, tra l'altro, per l’anno 2020, che sia riconosciuto "un contributo, sotto forma di credito d'imposta, pari al 50 per cento degli investimenti effettuati, a decorrere dal 1° luglio 2020 e fino al 31 dicembre 2020, nel limite massimo complessivo di spesa stabilito, che costituisce tetto di spesa alle imprese, ai lavoratori autonomi e agli enti non commerciali che effettuano investimenti in campagne pubblicitarie, incluse le sponsorizzazioni, nei confronti di leghe che organizzano campionati nazionali a squadre nell’ambito delle discipline olimpiche ovvero società sportive professionistiche e società ed associazioni sportive dilettantistiche iscritte al registro CONI operanti in discipline ammesse ai Giochi Olimpici e che svolgono attività sportiva giovanile". Nel caso di insufficienza delle risorse disponibili rispetto alle richieste ammesse, si procede alla ripartizione tra i beneficiari in misura proporzionale al credito di imposta astrattamente spettante calcolato ai sensi del presente articolo, con un limite individuale per soggetto pari al 5 per cento del totale delle risorse annue. Sono escluse dalla disposizione di cui al presente articolo le sponsorizzazioni nei confronti di soggetti che aderiscono al regime previsto dalla legge 16 dicembre 1991, n. 398.  

- il credito d'imposta è utilizzabile esclusivamente in compensazione, ai sensi dell'articolo 17 del decreto legislativo 9 luglio 1997, n. 241, previa istanza diretta al Dipartimento dello sport della Presidenza del Consiglio dei ministri. Con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro per le politiche giovanili e lo sport, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, nel rispetto della normativa europea sugli aiuti di Stato, saranno stabilite le modalità e i criteri di attuazione delle disposizioni attuative, con particolare riguardo ai casi di esclusione, alle procedure di concessione e di utilizzo del beneficio, alla documentazione richiesta, all’effettuazione dei controlli e alle modalità finalizzate ad assicurare il rispetto del limite di spesa di cui al comma 6. L’incentivo spetta a condizione che i pagamenti siano effettuati con versamento bancario o postale ovvero mediante altri sistemi di pagamento previsti dall'articolo 23 del decreto legislativo 9 luglio 1997, n. 241.

- l’investimento in campagne pubblicitarie deve essere di importo complessivo non inferiore a 10.000 euro e deve essere rivolto a leghe, società sportive professionistiche, società ed associazioni sportive dilettantistiche con ricavi, di cui all’articolo 85, comma 1, lettere a) e b), del Testo Unico delle Imposte sui Redditi approvato con decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, relativi al periodo d’imposta 2019, e comunque prodotti in Italia, almeno pari a 200.000 euro e fino a un massimo di 15 milioni di euro. Le società sportive professionistiche e le società ed associazioni sportive dilettantistiche devono certificare di svolgere attività sportiva giovanile

- il corrispettivo sostenuto per le spese costituisce, per il soggetto erogante, spesa di pubblicità, volta alla promozione dell'immagine, dei prodotti o servizi del soggetto erogante mediante una specifica attività della controparte. 


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