Università Cattolica del Sacro Cuore

Cambiamenti d’epoca e cultura della scuola

Una partnership per studiarne gli effetti

di Luca Montecchi

È vero che il terzo millennio è ancora agli esordi, ma si ha tutti il presentimento – lo dice anche il Papa! – di trovarsi nel bel mezzo di una transizione epocale convulsa e indefinibile, di cui non si sa vedere ancora il trapasso. In questo senso, pare opportuno, anzi, necessario fermarsi e fare un serio esame di quanto il secolo alle nostre spalle, pur segnato da disordine e spinte centrifughe, ci consegna come consistente eredità, se non proprio come “acquisto perenne”. Le eredità del Novecento. Su questo tema, Università e mondo della scuola hanno iniziato a dialogare e a confrontarsi, e lo hanno fatto con l’intento di sondare taluni domini della conoscenza che senz’altro hanno connotato il Novecento, un secolo probabilmente più lungo di quel che misurava Eric Hobsbawm (che oggi avrebbe compiuto cent’anni).

Il progetto innovativo ha visto coinvolte l’Associazione Culturale “Il Rischio Educativo” e l’Università Cattolica in una impegnativa tre-giorni di riflessione e formazione.   Sodalizio, più che collaborazione occasionale, viste la reciproca intesa fruttuosa e, soprattutto, la volontà di entrambe le parti di avviare una prospettiva di cooperazione durevole.

Diversi gli argomenti affrontati nel fitto dialogo tra studiosi e insegnanti. Insegnanti di ogni ordine e grado. Studiosi di diversa estrazione scientifica: filosofi, politologi, fisici, esperti di comunicazione. Filo rosso: sempre il Novecento. Il secolo ormai consegnato alla storia – spiega Onorato Grassi, presidente del Comitato scientifico dell’Associazione - non soltanto richiede una sua configurazione, ma va pensato anche in soccorso dei tanti maestri, professori, direttori di scuola che sono ovviamente costretti dal passare dei decenni a rivedere e riordinare l’impianto generale dei loro programmi didattici, e che pure in questo frangente non abdicano al rischioso compito di educare insegnando.

La (geo)politica, l’economia, la rivoluzione digitale, il complesso e complicato pensiero filosofico, la linguistica e le neuroscienze, cinema e televisione, la narrativa, la fisica e le nanoscienze, la genetica: di tutto ciò si è avuto l’agio e la libertà di ragionare. Può bastare? Non si finirà mai di descrivere il Novecento, tanto altro si può aggiungere: dalla chimica alla statistica, dalla psicanalisi alle scienze sociali, dalla musica alle arti figurative, dalla storiografia alla poesia… Ogni selezione è a suo modo crudele ed espone all’obbiezione, inevitabilmente. E tuttavia, una scelta va pur fatta, e la scelta fatta vanta una triplice virtù. Intanto, il merito di affrontare di petto una questione – un (provvisorio) bilancio del XX secolo intellettuale – di cui si sente forte il bisogno, specie nell’incontro fra generazioni che avviene nelle aule scolastiche, se si decide di non lasciare inevasa la domanda di senso che gli allievi, nelle diverse età, pongono. Poi, la considerazione che le aree elette ben rappresentano il panorama della cultura novecentesca e fra le più atte a darne una lettura soddisfacente. Infine, l’averlo tentato, il bilancio, con coraggio e autorevolezza, grazie alla personalità e alla lucidità, talora ammirevoli, dei relatori.

Summer School “L’eredità del Novecento”: una partnership Università Cattolica – Associazione “Il rischio educativo”.

Summer School Le eredità del Novecento: temi trattati