Università Cattolica del Sacro Cuore

La Giornata internazionale dello sport per lo sviluppo e la pace ha luogo quest'anno in un momento in cui tutto il mondo sta combattendo una crisi sanitaria senza precedenti. La pandemia obbliga le popolazioni a rimanere a casa per contenere la diffusione del Covid-19. Anche lo sport si ferma, ma ancor più nella situazione di emergenza acquisisce importanza. Lo ha sottolineato Papa Francesco nel corso dell’Angelus della Domenica delle Palme: «In questo periodo, tante manifestazioni sono sospese, ma vengono fuori i frutti migliori dello sport: la resistenza, lo spirito di squadra, la fratellanza, il dare il meglio di sé. Dunque, rilanciamo lo sport per la pace e lo sviluppo».

Indetta dalle Nazioni Unite per il 6 aprile, lo stesso giorno in cui presero il via ad Atene i primi Giochi olimpici dell'era moderna nel 1896, la Giornata internazionale dello sport per lo sviluppo e la pace assume un significato particolare durante lo stop dello sport in tutto il mondo, quando chi vuole continuare a tenersi in allenamento deve farlo tra le mura domestiche e perfino le Olimpiadi di Tokyo sono state rinviate al 2021, come era successo solamente durante le due Guerre mondiali (clicca qui per saperne di più).

Ma questa Giornata mette in evidenza le caratteristiche insite nella natura degli sportivi, anche ai tempi del Coronavirus. «Il 6 aprile è la nostra festa, è la festa dello sport - ha commentato Giovanni Malagò, presidente del Coni - Le parole del Santo Padre rappresentano una simbolica benedizione verso la grande famiglia dello sport che anche da questo messaggio dovrà trarre quella forza d'animo necessaria ad affrontare e a superare le difficoltà di questi giorni. Soltanto se saremo uniti, potremo vincere questa battaglia».

Il messaggio del team di Cattolicaper lo Sport

Lo sport offre a chiunque lo pratichi un contesto di incontro fisico e simbolico con l’altro. L’altro è chi gareggia al nostro fianco, quello che suda con noi, soffre, gioisce, si arrabbia o ci delude se non affronta al meglio il raggiungimento dell’obbiettivo finale. L’altro è chi ci prende in giro quando non siamo performanti durante l’allenamento, chi si comporta in modo sleale per vincere, chi ce la mette tutta ma è negato per lo sport muovendoci compassione. L’altro e la nostra interconnessione con gli altri sono le condizioni imprescindibili affinché la pratica sportiva abbia vita.

In questi termini, l’attività sportiva diviene esperienza di relazione. Quello che stiamo vivendo in questi mesi ha reso evidente la fragilità del nostro eco-sistema quando costretto a troncare l’interdipendenza e la relazione con l’altro. Nella Giornata internazionale dello sport per lo sviluppo e la pace, lo sport ci insegna ancora una volta che interconnessione, collaborazione e scambio con l’altro sono elementi imprescindibili per far fronte alle piccole e grandi sfide che l’esistenza umana ci pone.


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