Università Cattolica del Sacro Cuore

Per un volontariato competente



Si intitola “Per un volontariato competente” il corso di formazione che sta per concludersi in Cattolica a Piacenza rivolto a studenti e studentesse universitari/e e a cittadini disponibili ad impegnarsi in attività di accoglienza e sostegno alle famiglie straniere.

L’iniziativa è frutto della collaborazione tra l’Associazione Mondo Aperto APS di Piacenza, che nel progetto “Laboratori di futuro” riunisce diverse associazioni ed enti no profit, e della professoressa Elisabetta Musi, docente di Pedagogia generale, da anni responsabile della supervisione scientifica del progetto.
 

La cosiddetta Terza missione investe l’Università di una responsabilità sociale che sollecita la realizzazione di iniziative a favore di una cultura dell’incontro, dei diritti, della partecipazione matura e solidale - ha detto la professoressa Musi. La sede di Piacenza ha accolto con favore la possibilità che studenti universitari, mediatrici linguistico-culturali, lavoratori attivi e pensionati potessero affinare sensibilità e competenze per offrire ad esempio un metodo di studio per adolescenti immigrati, accompagnare nei corsi di alfabetizzazione donne straniere, aver cura dei bimbi piccoli per consentire alle mamme immigrate di frequentare i corsi, sostenerle nella costruzione di un portfolio e nella scoperta di professionalità ricercate dall’attuale mercato del lavoro”.
 

Il percorso è strutturato in cinque incontri, focalizzati su temi centrali del lavoro sociale, con particolare attenzione all’accoglienza dei migranti:
 

  • La motivazione: coltivare il senso di ciò che si fa

  • Accogliere culture d'altrove: tra decentramento e identità composite, elementi di L2 (a cui sono stati dedicati 2 incontri)

  • Comunicazione efficace e ascolto che trasforma: fondamenti della relazione educativa

  • La sapienza della "giusta distanza", tra barriere difensive e rischio di "bruciarsi".


Il team dei formatori comprende docenti dell’Università Cattolica (Elisabetta Musi, Antonella Arioli, pedagogiste) e formatori esterni (Francesca Bianco, Mattia Merli).

Gli iscritti al percorso sono oltre 40, di età ed esperienze professionali e di vita assai differenti, che hanno preso parte a cinque incontri con una frequenza media - in presenza e online - di circa 30 persone, tra cui alcuni studenti di Scienze della formazione, di Economia e Giurisprudenza e di Agraria.

Racconta Mariarosa L., archeologa, iscritta al secondo anno di Scienze della formazione: “Ho aderito al corso perché, volendo entrare in modo attivo nel mondo del volontariato sociale, ero alla ricerca di indicazioni, teoriche e pratiche, per poter fornire un aiuto il più possibile consapevole. Come studentessa in Scienze della Formazione, inoltre, ritengo che questa esperienza formativa sia preziosa per acquisire sempre maggiori competenze, anche in ambito comunicativo e relazionale. Gli incontri, davvero stimolanti, mi hanno dischiuso nuovi mondi, permettendomi di riflettere su quanto l’incontro con l’altro sia una ricchezza e non si debba mai dare per scontato ciò che si conosce. Mi hanno fornito nuove chiavi di lettura, preziose non solo nei momenti di attività legate al volontariato, ma applicabili anche nella quotidianità. Con la globalizzazione, infatti, sembra scontato essere cittadini del mondo, ma quanto è difficile concretamente riuscire a decentrarsi, lasciare i propri comodi abiti per indossare quelli di chi ci sta davanti”.

Analoga a quella di Mariarosa la soddisfazione di Malek Gaaloul, mediatrice culturale dell’associazione piacentina “Sentieri nel mondo”, che dice di volersi preparare per mettersi al servizio degli altri e di aver compreso, grazie al corso, “l'importanza di comunicare con gli altri e di contenere l’incidenza degli stereotipi nelle rappresentazioni sociali”.

Anche Chiara Zambarbieri, laureata in Scienze dell’educazione e ora educatrice al Centro per le famiglie di Piacenza è tornata “al mondo del volontariato e a riscoprire quel valore di gratuità verso l'altro sperimentato anni fa nell’esperienza del servizio civile volontario”.

La possibilità di accedere al corso a distanza ne ha permesso la frequenza anche a Paola, volontaria della scuola di italiano per stranieri dell’associazione “Albero di Cirene” di Bologna, che si è detta “entusiasta di questa esperienza. Per gli argomenti trattati: che mi hanno fatto riflettere sulle motivazioni del mio impegno e mi hanno dato molti spunti su come insegnare e su come ‘essere’ con i miei studenti. Per come sono stati trattati gli argomenti: rispetto ad altre esperienze di formazione che ho seguito, ho apprezzato la freschezza, la praticità, la creatività e soprattutto l’utilità delle lezioni di questo percorso. Infine le testimonianze e le esperienze raccontate dagli altri partecipanti sono sempre state estremamente interessanti e mi hanno dato molto. Li ho sentiti molto vicini, pur non conoscendo nessuno di loro”.

 


 

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