Università Cattolica del Sacro Cuore

La meeeting industry italiana gode di buona salute e sembra essere ormai fuori dalla crisi degli anni passati. E’ quanto emerge dai recenti dati prodotti dall’Osservatorio Italiano dei Congressi e degli Eventi, progetto di ricerca promosso da Federcongressi&eventi e realizzato da ASERI - Alta Scuola di Economia e Relazioni Internazionali: nel 2016 in Italia sono stati realizzati complessivamente 386.897 eventi per un totale di 28.173.514 partecipanti (+8,4% rispetto al 2015)  e 42.706.559 presenze (+21,5%).

Il quadro positivo è confermato anche dal progressivo aumento degli ultimi 3 anni sia della dimensione media degli eventi, sia della loro durata media e, in particolare, gli eventi della durata superiore a un giorno hanno generato un numero di presenze in crescita del 23% rispetto al 2015.

“L’edizione 2016 dell’OICE indica come il nostro sia un settore di grande importanza per lo sviluppo economico del paese”, commenta la Presidente di Federcongressi&eventi Alessandra Albarelli.

La rilevanza degli eventi aziendali e lo sviluppo internazionale

Sebbene l’associativo continui a rappresentare un segmento rilevante per il settore, nel 2016 aziende ed enti/istituzioni sono stati i promotori più attivi di eventi. Al primo posto si collocano le aziende le cui convention, lanci di prodotto e meeting rappresentano più della metà degli eventi organizzati dalle sedi del campione analizzato (56,5%), il 48,9% dei partecipanti totali e il 48% delle presenze.

Inoltre, benché la maggioranza dei congressi ed eventi (il 55,4%) continui ad avere una dimensione locale, arrivano segnali positivi di crescita dal mercato sia nazionale che internazionale. Gli eventi nazionali, cioè con partecipanti principalmente da fuori regione, hanno aumentato il loro peso dal 30,1% del 2015 al 34,7% ed è aumentata anche la percentuale degli eventi internazionali: gli eventi con un numero rilevante di partecipanti provenienti dall’estero sono passati dal 9,1% al 9,9%.

Specializzazione e dimensione, fattori di successo nel mercato

La maggior parte degli eventi, il 79,6%, si è svolta negli alberghi congressuali (con il 68,1% delle sedi), che hanno concentrato il 58,2% dei partecipanti, mantenendo pressoché invariata la propria quota sul totale. Hanno aumentato il peso percentuale in termini di partecipanti i centri congressi, che hanno concentrato il 3,2% degli eventi e il 10,8% dei partecipanti (9,6% nel 2015) e le sedi istituzionali, che hanno concentrato il 7,8% degli eventi e l'11,1% dei partecipanti (9,7% nel 2015).

Le dimore storiche sono state utilizzate per ospitare il 2,7% degli eventi e sono la tipologia di sede che ha visto diminuire maggiormente il numero di eventi (-18,3%) rispetto al 2015.

“L’andamento negli ultimi tre anni del mercato”, commenta Roberto Nelli, “sembra tendere a favorire le strutture maggiormente specializzate a ospitare congressi ed eventi, quali i centri congressi, che rispetto al 2014 hanno aumentato gli eventi del 27,2% e i partecipanti del 51,5%, gli alberghi congressuali (+8% degli eventi e +27,6% dei partecipanti) e le sedi fieristico-congressuali (rispettivamente +4,6% e +12,3%)”.

Le previsioni di fatturato e gli investimenti

Come lo scorso anno, il sentiment del settore continua a essere positivo. La metà delle sedi prevede che nel 2017 il fatturato complessivo rimarrà invariato, ma un considerevole 40% è ancora più positivo ritenendolo in crescita. I più ottimisti sono gli alberghi congressuali, i centri congressi e gli spazi non convenzionali. Per essere più competitive sul mercato e per attrarre gli eventi e i congressi più della metà delle sedi, il 52,7%, è intenzionata a investire: il 61% stanzierà budget in tecnologie, il 47% in infrastrutture e servizi, il 42,8% in strutture e il 19,5% in risorse umane.

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