Università Cattolica del Sacro Cuore

Anziani e disabili: la metà dei posti letto è offerta dal Non profit


La metà dell’offerta di posti letto per anziani e disabili è garantita dal non profit: il 49%, rispetto al 42% di 10 anni fa. Nello stesso arco di tempo è cresciuto anche il privato, ora al 26%, mentre il settore pubblico è sceso dal 30% al 25%. Complessivamente, l'Italia destina all'assistenza di anziani e disabili il 2,5% del prodotto interno lordo, contro il 3,5% dei paesi Ocse più sviluppati. Risorse insufficienti e molto distanti da quelle impegnate da Germania (4,5%), Gran Bretagna (4,3%) e Francia (4,1%).

Con 13,8 milioni di anziani, l’Italia ha uno dei livelli più elevati al mondo di popolazione over65, circa il 23% (siamo al 20% nell'Unione Europea): una quota destinata a salire in futuro. I disabili con gravi limitazioni nelle attività abituali sono circa 3 milioni e 100 mila, il 5,2% della popolazione. La spesa per il "long term care" (LTC) è in Italia circa lo 0,7% del prodotto interno lordo, la metà rispetto ai paesi Ocse (1,5%), e molto inferiore rispetto ai maggiori partner europei, come Francia (2,4%), Gran Bretagna (2,4%) e Germania (2,2%). Gli interventi per il supporto ai disabili rappresentano circa l'1,8% del prodotto interno lordo del Belpaese, contro la media del 2,0% nell'Ocse: siamo in linea in questo caso con Francia (1,7%) e Gran Bretagna (1,9%), ma lontani dalla Germania (2,3%). (...)

Il valore del Non profit

Questo scenario pone sfide cruciali che richiedono maggiori risorse e una riorganizzazione delle attività. Il sistema va ripensato mettendo in rete i servizi, valorizzando il ruolo dei medici di base e del volontariato. Bisogna rafforzare l’assistenza domiciliare e nel contempo rendere le residenze (RSA) luoghi più accoglienti. Occorrono strutture a bassa intensità di cura, ma anche ad alta intensità. È necessario integrare i servizi territoriali con l’assistenza sanitaria e superare la loro frammentarietà e standardizzazione. Bisogna superare i pregiudizi sulla natura degli enti (pubblico/privato/Non profit) per concentrarsi invece sulla valutazione di qualità, efficacia ed efficienza del servizio. Va perciò coinvolto chi opera sul campo e offre un contributo essenziale nel ridisegnare i modelli di cura.

Fonte: Vita.it


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