Università Cattolica del Sacro Cuore

1. Informazioni generali

Anno di uscita: 2012
Origine: Belgio, Paesi Bassi, Francia
Genere: drammatico
Durata: 93 minuti
Casa di produzione: Bo Films, Entre Chien et Loup, Molenwiek Film BV
Figure professionali: Peter Brosens, Jessica Woodworth (regia, sceneggiatura, produzione), Diana Elbaum (produzione), Aurélia Poirier, Django Schrevens, Sam Louwyck (cast)
Riconoscimenti: Green Drop Award (69° Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia)

 

2. Descrizione

Presentato in anteprima alla 69° edizione della Mostra del Cinema di Venezia, dove è stato il primo film ad essere insignito del Green Drop Award (riconoscimento dedicato a pellicole a tema ambientale, ecologico e legate ai paradigmi dello sviluppo sostenibile), The Fifth Season (La Cinquième Saison) è il terzo lungometraggio scritto e diretto dal belga Peter Brosens e dall’american Jessica Woodworth.
In un villaggio del Belgio rurale, gli abitanti stanno ultimando i preparativi per la tradizionale festa di fine inverno e saluto alla primavera, stagione della semina e della rinascita, che culmina nel falò di enormi pupazzi di cartapesta rappresentanti lo “Zio Inverno”. Il fuoco, tuttavia, non riesce ad alimentare il falò, un episodio tanto insolito quanto sinistro che lascia sgomenti gli abitanti della piccola comunità. Con il passare delle settimane e dei mesi, il terreno si inaridisce e smette di dare frutti, gli animali scompaiono e il freddo non appare concedere tregua al villaggio. Tra gli abitanti, esasperati da un inverno che sembra protrarsi per tempo indeterminato, inizia a serpeggiare un diffuso senso di ostilità che finisce per riversarsi violentemente contro Pol, un apicoltore da poco giunto nel villaggio e che non abbandona il pensiero razionale anche nel momento di crisi, e il suo figlio disabile Octave.
The Fifth Season ha ottenuto quattro candidature ai Premi Magritte, il principale riconoscimento dell’industria cinematografica belga.

 

3. Ambiti distopici

Ideale capitolo conclusivo di una trilogia di lungometraggi firmati da Brosens e Woodworth incentrati sul rapporto tra uomo e ambiente, The Fifth Season trasporta il conflitto tra umano e una natura più matrigna che madre in una dimensione allegorica. Lo scenario che funge da sfondo entro cui si sviluppano le vicende dei personaggi dipinge un panorama quasi post-apocalittico punteggiato, oltre che da alcuni echi sonori (in più occasioni si sentono jet militari sorvolare il villaggio), da una fotografia essenziale e con tonalità che tendono al grigio: campi brulli, alberi secchi e morti, un orizzonte perennemente cupo e nevicate che non accennano a placarsi nemmeno in primavera. Il mondo naturale sembra dunque avere definitivamente voltato le spalle all’uomo fino a diventare indifferente al suo destino.
Il rapido e inaspettato declino dello scenario naturale si accompagna ad un parallelo degrado delle tracce di umanità negli abitanti del villaggio, che, privi di quei referenti naturali che avevano fino a quel momento scandito tempi e momenti delle loro vite, regrediscono fino ad uno stato pre-sociale che vede riemergere funzioni e riti di stampo pagano. L’ansia, la rassegnazione e la stanchezza per un inverno che non accenna a dare tregua trovano un ipotetico contraltare nei personaggi più giovani del film (gli adolescenti Alice, Thomas e Octave), che si riuniscono intorno alla figura dell’apicoltore Pol dietro l’invito a conservare intatta la loro libertà, un desiderio che finirà inevitabilmente schiacciato sotto il peso dell’egoismo degli altri abitanti del villaggio.

 

4. Coordinate spazio-temporali

Girato tra le colline della Vallonia, il film è ambientato in un anonimo villaggio delle Ardenne. Pur sviluppandosi in una temporalità non pienamente definita, il film segue un andamento ciclico, come quello delle comunità contadine, scandito dal susseguirsi delle stagioni.

 

Keywords, tag: Belgio, disastro ambientale, emergenza climatica, rapporto uomo-natura, riscaldamento globale