Università Cattolica del Sacro Cuore

1. Informazioni generali

Anno di uscita: 2006
Origine: Norvegia
Genere: drammatico
Durata: 95 minuti
Casa di produzione: Sandrew Metronome Norge, The Icelandic Filmcompany, Tordenfilm AS
Figure professionali: Jens Lien (regia), Per H.V. Schreiner (sceneggiatura), Ginge Anvik (musiche), Trond Faussa Aurvag, Petronella Barker, Per Schaaning (cast)
Riconoscimenti: tre Amanda Awards 2006 (Miglior Regia; Miglior Sceneggiatura; Migliore Attore – Trond Faussa Aurvag); ACID Award al Festival Internazionale del Cinema di Cannes 2006

 

2. Descrizione

The Bothersome Man (Den Brysomme Mannen nell’originale norvegese) è il secondo film diretto Jens Lien dopo il debutto nel 2003 con Jonny Vang.
Andreas Ramsfjell, il protagonista della vicenda, viene scaricato da un bus in uno scenario desertico. Non ricorda nulla del suo passato, né dove si trovi o come sia finito in questa bizzarra situazione. Con l’aiuto di un misterioso anziano, apparentemente giunto nell’area desertica per dargli il benvenuto, Andreas raggiunge la città più vicina, dove scopre di avere un lavoro di prestigio e un appartamento lussuoso. Poco dopo il suo arrivo, il protagonista conosce Anne, con cui convolerà a nozze. Ben presto, tuttavia, Andreas nota la presenza di un elemento disturbante dietro la facciata di quella che sembrerebbe essere altrimenti una società idilliaca: nessuno è in grado di provare emozioni. Ormai a disagio e incapace di vivere tra uomini e donne privi della sfera emotiva, Andreas tenta a più riprese il suicidio, ma ogni tentativo si risolve in un fallimento. Una via di fuga, però, potrebbe esistere: nell’appartamento di Hugo, un uomo incontrato in precedenza da Andreas, si trova quella che potrebbe essere una porta verso un universo in cui regna la gioia e da cui provengono musiche allegre e odori piacevoli. Anche questo tentativo di fuga, tuttavia, si concluderà in un fallimento e nell’espulsione di Andreas da quella perfetta quanto asettica società.
Inizialmente ideato per diventare un dramma radiofonico, The Bothersome Man ha raccolto gli elogi della stampa di settore, oltreché riconoscimenti come tre Amanda Awards (massimo riconoscimento nell’industria cinematografica norvegese) e un premio speciale al Festival del Cinema di Cannes del 2006.

 

3. Ambiti distopici

Lungometraggio fitto di citazioni cinematografiche, da The Truman Show a Paris, Texas, e intriso di un’ironia spesso sottile ma pungente, The Bothersome Man sembra richiamare la tradizione di cinema surrealista scandinava e, in particolare, le opere dello svedese Roy Andersson.
Quella che il film costruisce è l’ipotesi di una società perfetta, dove tutti hanno un lavoro stabile e ben retribuito, non esistono conflitti né all’interno della sfera politica né nella società civile e tutti hanno la possibilità di condurre una vita agiata e senza preoccupazioni. Questa società all’apparenza idilliaca, però, è stata edificata a caro prezzo: l’intero spettro delle emozioni, da quelle più primitive a quelle più complesse, sono state progressivamente sradicate, odori e sapori sono stati uniformati e, soprattutto, non esistono bambini. Nello stupore, che si trasforma presto in angoscia esistenziale, di Andreas si può così ritrovare una possibile critica al sistema sociale dei paesi scandinavi ma anche una più ampia distorsione del conformismo della società occidentale e del suo rifiuto a prendersi responsabilità.

 

4. Coordinate spazio-temporali

Come numerose pellicole dai toni surreali, quando non pienamente grotteschi, anche The Bothersome Man si situa all’interno di una dimensione di non-tempo, una condizione di stasi infinita. Girato tra Oslo, dove sono ambientate le scene urbane di una metropoli asettica e spersonalizzante, e il deserto islandese, anche il setting geografico è lasciato volutamente vago.

 

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