Università Cattolica del Sacro Cuore

1. Informazioni generali

Anno di uscita: 2013
Genere: fantasy, epico
Origine: Russia, Repubblica Ceca
Durata: 177 minuti
Casa di produzione: Lenfilm Studio, Sever Studio, Telekanal Rossija
Figure professionali: Aleksej German (regia e sceneggiatura), Leonid Yarmolnik, Dmitrij Vladimirov, Laura Pitskhelauri (cast)
Soggetto: Aleksej e Arkadij Strugatskij, Trudno byt’ bogom, 1964; trad. it. (1° ed.), E’ difficile essere un dio, Mondadori, Milano 1989

 

2. Descrizione

Presentato al Festival Internazionale del Cinema di Roma dopo uno sviluppo durato più di dieci anni, Hard to Be a God è la seconda trasposizione cinematografica del romanzo dei fratelli Strugatskij dopo quella tedesco-sovietica del 1989, nonché l’ultima pellicola firmata dal regista russo Aleksej German, deceduto prima dell’uscita in sala del film.
Mentre la Terra attraversa un periodo di pace diffusa e si avvia a una nuova fase di progresso scientifico, viene scoperto un lontano pianeta abitato da una civiltà umana. Una spedizione di trenta scienziati viene inviata su Arkanar, così viene chiamato il pianeta, per osservare in incognito i comportamenti dei suoi abitanti. Arkanar presenta numerose similitudini con la Terra, ma il suo sviluppo sembra essersi bloccato a un Medioevo in cui abbondano violenza e superstizioni, dove intellettuali e artisti sono vittime di sanguinarie repressioni. Uno degli scienziati della spedizione terrestre, su Arkanar da ormai vent’anni, ha assunto l’identità di Don Rumata, diventando una figura rispettata dagli abitanti del pianeta in quanto creduto figlio di una delle divinità pagane venerate. Grazie alla sua posizione di potere, Rumata riesce a mettere in salvo numerosi perseguitati, ma i suoi piani si scontreranno presto con le mire di potere di Don Reba, un signore della guerra che nutre dei sospetti sulla vera identità di Rumata. La rivalità tra i due sfocerà in una sfiancante guerra che costringerà Rumata a mettere definitivamente da parte i suoi scopi umanitari e abbracciare definitivamente la sua personalità di divinità.
Nonostante un’accoglienza tiepida in patria, Hard to Be a God è stato salutato con grande favore dalla critica cinematografica Occidentale, che ne ha lodato l’atmosfera surreale e spesso grottesca.

 

3. Ambiti distopici

La filmografia di Aleksej German, figura malvista dal regime sovietico, è quasi interamente ambientata nell’epoca staliniana, di cui porta sullo schermo il radicato senso di oppressione e limitazione delle libertà individuali, sociali ed artistiche. Le vicende di Arkanar narrate in Hard to Be a God, così, possono rappresentare un’allegoria della violenza dei regimi totalitari (la religione neopagana è l’ideale sostituto dell’apparato ideologico su cui poggiano tutti i regimi) e la sistematica persecuzione dei ceti intellettuali e scientifici, le classi che potrebbero portare ad un reale progresso della società e, quindi, mettere in pericolo lo status quo entro cui lo stato totalitario si situa. Il film, inoltre, può essere anche letto come riflessione sulla natura deumanizzante del potere, che arriva a corrompere anche chi, come Rumata, si era sempre dedicato alla difesa dei più deboli.

 

4. Coordinate spazio-temporali

Hard to Be a God è ambientato in un futuro non meglio definito e in cui la Terra vive un periodo d pace e prosperità. Le vicende narrate si situano esclusivamente su Arkanar, un lontano pianeta le cui fattezze ricordano il Medioevo occidentale.

 

Keywords, tag: allegoria, conflitto sociale, fantasy, ideologia, Medioevo, Repubblica Ceca, Russia, totalitarismo