Università Cattolica del Sacro Cuore

Turismo digitale. In viaggio tra i click.

#digital, #social, #mobile… sono tra le parole più utilizzate nel mondo delle imprese contemporanee. Come afferma la Prof.ssa Patrizia Musso - Docente di Storia e Linguaggi della Pubblicità all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, in questo scenario complesso è sempre interessante monitorare la nascita di nuovi approcci, modelli di business e innovative strategie comunicative, necessari ai brand per rimanere competitivi sul mercato. Dallo scorso anno accademico, ha pertanto deciso di avviare con la collega, Dott.ssa Alessandra Olietti, un Seminario rivolto a studenti della Facoltà di Scienze linguistiche dell’Università Cattolica dedicato all’impatto del digitale sulla comunicazione turistica, per osservare più da vicino quali ripercussioni stia avendo la digitalizzazione anche in questo particolare ambito.
In Italia il turismo vale oggi attorno ai 70 miliardi di euro, rappresentando oltre il 10% del PIL complessivo. Siamo di fronte a un settore che indubbiamente ha risentito, a più livelli, dell’influsso delle nuove tecnologie: non vi è mai capitato di sentire qualcuno affermare di voler visitare “quella bellissima località turistica vista su Instagram”? Oppure di aver scelto un determinato hotel dopo aver letto una recensione su un sito o un post sui social, magari scritto da un famoso travel influencer?
Questo scenario è stato osservato da più angolazioni anche nel volume “Turismo digitale. In viaggio tra i click” (Olietti, Musso – FrancoAngeli, 2018), dove il digital traveller moderno appare come un esploratore alla ricerca della miglior esperienza da vivere durante un viaggio e sempre più spesso considera il turismo come quello strumento capace di appagare il dilagante bisogno di provare qualcosa di nuovo, di unico e di sensazionale.
È emerso poi chiaramente come il turismo oggi sia ormai oggettivamente legato al digitale, in quasi tutte le fasi del viaggio: dalla scelta della destinazione alla prenotazione fino alla scelta della modalità del viaggio in sé. Per chi utilizza ormai abitualmente uno smartphone, è diventato quasi impossibile non intercettare (o ricercare attivamente) commenti di amici o anche di persone sconosciute su varie mete turistiche, fino a ritrovarsi a scrivere qualche post sui social per condividere la propria personale esperienza con la rete di contatti. Il web, come emerso dall’analisi dei molteplici casi citati nel volume, assume un ruolo centrale, trasformando il travel journey in un’esperienza fortemente mediata dal digitale. Si pensi alla definizione di domanda e offerta: la Rete è oggi uno degli strumenti principe per avvicinarsi all’universo turistico. I motivi sono differenti: oltre che per la facilità d’uso incrementata dai dispositivi mobile, anche per la capacità di mettere in contatto diretto turisti e imprese del settore, con un maggior coinvolgimento degli utenti. In secondo luogo, nella trasformazione del ruolo del turista, che diventa fotografo professionale, organizzatore, ma anche esperto in recensioni di esperienze (personali!) in grado di influenzare le scelte di altri viaggiatori. Si palesa così anche qui l’impatto del cosiddetto ZMOT (Zero Moment of Truth), un termine chiave del marketing contemporaneo, coniato qualche anno fa da Google, per indicare la nascita di una nuova fase di acquisto del consumatore (ovvero il “momento zero”) in cui si vengono a costruire le proprie convinzioni a partire da consulti fra pari.
Un ulteriore elemento di rilievo riguarda gli strumenti a supporto dei digital travellers, ormai diventati molteplici: blog, forum online, pagine social delle imprese turistiche, applicazioni, ma anche piattaforme di geolocalizzazione che permettono di vedere “quasi live” la destinazione prescelta, anticipando di fatto il viaggio vero e proprio. Altri strumenti che vanno a rendere più immersiva ed engaging la pratica turistica sono i cataloghi interattivi, la native adv e i visori di Realtà Aumentata.
Tutto ciò porta a una nuova narrazione turistica dilatata, che aggiunge continui tasselli alla destinazione, creando uno storytelling slow, nonostante sia costruito attraverso device notoriamente fast. In questo modo il racconto attorno ai luoghi turistici, creato sia dalle imprese sia dagli utenti, va a creare un’esperienza totalizzante della pratica del viaggio. Una total experience che, a volte, diventa però sinonimo di #tourismification, ovvero la “finzione dilagante” a cui si assiste in linea con il trend della “post-verità”, che va di fatto a snaturare quel senso di scoperta ed esplorazione insito nel viaggio, perché non vissuto ma solamente rappresentato e mediato dai digital device.
Occorre creare connessioni virtuose dove le tecnologie facciano da cassa di risonanza all’esperienza, arricchendola e non sostituendola. Il risultato, lato utenti, è una dilatazione e assieme commistione tra on e offline, tra fast e slow; lato aziende, invece, è necessario che gli operatori della filiera del turismo – considerata a livello macro – stiano al passo con i tempi, così da avvicinarsi al noto concetto di industria 4.0.

Università Cattolica offre agli operatori del settore seminari, corsi di alta formazione e corsi brevi di aggiornamento professionale sui diversi temi del marketing e della comunicazione, del project management, delle lingue per il turismo, del digital e molto altro.

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