Università Cattolica del Sacro Cuore

Turismo lento...sostenibile e digitale

Il turismo lento è l’opposto di quello di massa, perché promuove la qualità e l’esperienza, la solidarietà e la sostenibilità”. Sono queste le parole che Papa Francesco ha formulato ai membri di un Centro turistico giovanile in riferimento all’anno - il  2019 - dedicato al Turismo Lento che segue quello del 2016 dei Cammini e del Cibo Italiano del 2018.

Lentezza nel Turismo non è solamente sinonimo di viaggiare in modo alternativo come avviene sui cammini, le ciclovie, le escursioni a cavallo, oppure con l’utilizzo delle vie d’acqua per scoprire le destinazioni. Lentezza significa altresì saper valorizzare i territori, anche quelli meno conosciuti, in chiave sostenibile. Questo approccio, se ben sviluppato, consente di far emergere le peculiarità dei luoghi, abbracciandone al tempo stesso la cultura e il rispetto per le tradizioni e per chi le vive, con positivi effetti quindi sull’economia.

Il turismo sta iniziando inoltre a prepararsi anche a un crescente connubio tra le pratiche slow e quelle digitali, in una reciproca e virtuosa influenza. E' quanto emerge dagli studi ed analisi realizzate da Alessandra Olietti  e Patrizia Musso, docenti in Università Cattolica ed esperte in materia di Turismo digitale e Slow Brand. Parlare di lentezza non esclude, infatti, un riferimento a quelli che sono i nuovi trend che caratterizzano la customer journey dei moderni viaggiatori, ormai abituati a interfacciarsi anche in questo ambito con lo schermo di uno smartphone. Non stupisce quindi l’uso crescente di chat e di sistemi di realtà virtuale e aumentata nella fase di pre viaggio, che permettono ad esempio di esplorare la destinazione così come di scoprire le attività da fare in loco prima di procedere con la prenotazione. Una modalità digitale di allungare – e per certi aspetti rallentare – l’esperienza turistica perché declinata su più canali.

In riferimento, invece, ai soggetti che costituiscono l’offerta nel settore, siamo di fronte ad un nuovo concetto di esperienzialità attorno all’hospitality digitale che vede le strutture adeguarsi alle novità tecnologiche. Ad esempio alcuni importanti catene alberghiere stanno eliminando il bancone della reception per permettere ai clienti di registrarsi in modo informale e userfriendly attraverso Whatsapp. Oppure ancora utilizzano algoritmi in grado di prevedere le necessità della domanda, dando vita a servizi automatizzati (come entrare in camera attraverso il riconoscimento facciale), oppure ancora prevedono sensori di movimento nelle camere e materassi intelligenti che monitorano il sonno, molto in voga nelle strutture orientali.

A livello di condivisione virtuale, aumentano le app e i profili social che permettono di digitalizzare molte fasi del proprio viaggio, seppur come poc’anzi osservato possa essere vissuto in modo lento e sostenibile, dandogli valore e dilatandolo su più piattaforme.

Da ultimo è opportuno segnalare che la sostenibilità e la lentezza sono due valori che stanno coinvolgendo in modo sensibile le nuove generazioni sempre più orientati e sensibili a scegliere spostamenti più lenti ma meno inquinanti. Ciò ci permette di comprendere come anche per le nuove generazioni, dare valore al tempo, vivere il turismo in modo più responsabile e dilatato, aumentare l’esperienzialità su più fronti, siano aspetti centrali nella loro Travel Journey, in perfetta continuità con gli elementi portanti del “Turismo Lento”.

E’ innegabile che gli operatori devono tener conto di questi nuovi trend: diventa fondamentale essere in continuo ascolto dei cambiamenti e dimostrarsi preparati a governare al meglio il settore con un approccio professionale.

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