Rugby nei Parchi 2017 è un’esperienza di gioco, ma anche di condivisione di valori di cui il rugby è portavoce, capace di appassionare i ragazzi insieme ai genitori. È anche un’ottima occasione per vivere la città all’aperto, valorizzare le aree verdi metropolitane mediante lo strumento sportivo e promuovere lo sport diffuso, lavorando sull’inclusione e sul coinvolgimento sociale.
Ma quali sono i valori di cui stiamo parlando? Lo spiegaGiovanbattista Venditti, tre quarti ala della Nazionale italiana di rugby.
Il nostro contributo
Per questi motivi, l'Università Cattolica ha scelto di essere partner della sesta edizione di Rugby nei Parchi, che è partita dal Parco Nord di Milano e fa tappa al Boschetto della Playa di Catania, al Parco 2 Giugno di Bari, al Parco Teodorico di Ravenna, al Parco delle Cascine di Firenze e al Parco Virgiliano di Napoli.
"Lo sport è un potente veicolo educativo – afferma Mario Gatti, direttore di Sede (nella foto, accanto a Giovanbattista Venditti, tre quarti ala della Nazionale italiana, e alla professoressa Paola Vago) – Università Cattolica guarda con favore a iniziative come Rugby nei Parchi, di importante carattere scientifico e culturale.
Non solo per la parte di Scienze Motorie e dello Sport, ma per tutto l'Ateneo in qualità di Agenzia educativa. È prima di tutto un atto di responsabilità: sia perchè l'Università ha formato e forma generazioni di insegnanti, atleti e professionisti dello sport, sia perchè lo sport stesso è uno strumento educativo e di apprendimento, per i più giovani ma anche per gli adulti".
"L’evento, dedicato a ragazze e ragazzi dai 5 ai 13 anni, nelle cinque edizioni passate ha portato quasi 15.000 bambini ad immergersi nel mondo del rugby. E il 50% di loro non aveva mai giocato con la palla ovale", chiosa Antonio Raimondi, voce del rugby italiano in tante gare del Sei Nazioni.
Ma questa edizione vedrà la partecipazione degli studenti del corso di laurea in Scienze Motorie e dello Sport. I laureandi dell’Università Cattolica accompagneranno i giovani partecipanti alla scoperta del mondo della palla ovale, concentrandosi sull’avviamento motorio e sul primo approccio alla disciplina sportiva.
La magia del rugby
“Gli studenti di Scienze Motorie hanno l’opportunità di dare un contributo importante, mediante una formazione adeguata, alla pratica di questo sport ancora troppo poco diffuso nel nostro Paese”, spiega Paola Vago, docente di Teoria e metodologia del movimento umano presso Università Cattolica.
Per provare la magia del rugby basta un semplice abbigliamento sportivo ed essere accompagnato da mamma o papà. Sarà così possibile acquisire i fondamentali della disciplina: come interagire con i compagni di squadra; come fare o evitare i placcaggi; come fare meta. Tra gli allenatori, anche Giuseppe Fulgoni del CUS Milano.
Ma Rugby nei Parchi rappresenta anche un’opportunità per fare ricerca sul campo, mediante un’analisi dello sport come occasione di legame sociale. Attraverso una osservazione partecipata e alcune interviste, il team dell’Alta Scuola in Psicologia dell’Università Cattolica - che ha curato diversi progetti nel mondo del rugby - si focalizzerà sull’analisi etnografica delle relazioni e delle reti territoriali.
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