Università Cattolica del Sacro Cuore

L’attenzione generale verso il bilancio delle società di calcio è esponenzialmente aumentata con l’introduzione del Fair play finanziario da parte della Uefa. Il motivo apparentemente è semplice: alcuni parametri del Financial fair play sono di natura bilancistica. Ma il bilancio può essere uno strumento ben più importante per una società sportiva. Può diventare un interessante biglietto da visita e un potente strumento di marketing.

«Saper spiegare perché si ha una perdita o perché si sono realizzati degli utili significa avere a disposizione uno strumento efficace di comunicazione, che deve essere valorizzato - spiega Claudio Sottoriva, docente di Metodologie e determinazioni quantitative d’azienda presso la Facoltà di Economia dell’Università Cattolica -. Ho iniziato ad analizzare i bilanci delle società di calcio per cercare di capire come si stessero adattando a nuovi requisiti dettati dal Fair play finanziario. Poi sono stato invitato con alcuni altri colleghi ad intervenire ad un seminario di approfondimento presso il Centro tecnico federale della Federazione Italiana Giuoco Calcio di Coverciano, per illustrare agli organi delle società di Serie A e di Serie B tutte le problematiche connesse al Financial fair play».

Perchè questo corso

Da questa esperienza è nata l’idea di organizzare un corso di alta formazione, con il patrocinio della Lega nazionale professionisti B (LNPB) e della Lega nazionale professionisti Serie A, giunto ora alla seconda edizione. «Oggi non è più sufficiente avere buoni giocatori, una tifoseria coesa, ottimi risultati sportivi – commenta il professor Sottoriva –. Il calcio professionistico non è solo la squadra, ma è la società, con tutti i pro e i contro. E solo sapendo leggere il bilancio di una società è possibile governare l’azienda, con le responsabilità che ne conseguono verso gli azionisti e i creditori sociali».

Il corso, presentato lunedì 28 novembre presso la sede centrale dell'Università Cattolica (largo Gemelli, 1, Milano - Aula Pio XI), vuole soddisfare proprio questa esigenza: colmare eventuali lacune degli addetti ai lavori su alcune aree molto importanti per la vita di una società sportiva. «Il rapporto con la Lega di Serie B ci consente di presentare un corso che tenga in forte considerazione le indicazioni che la Lega di categoria ci fornisce sulle esigenze delle squadre – continua il professor Sottoriva –. Il nostro obiettivo è fornire risposte concrete a queste necessità».

«Vi è assoluto bisogno che gli operatori del settore calcio acquisiscano competenze di tipo economico-finanziario – aggiunge Valerio Casagrande, responsabile Finanza e controllo di gestione della Lega di B –. Il calcio è un business, per cui deve essere affrontato con le logiche degli altri settori di business. Pensiamo soprattutto alle aree dove vi è osmosi fra componente sportiva ed amministrativo-finanziaria, come nel caso della campagna trasferimenti. Gli effetti sono molto rilevanti a livello economico, finanziario e patrimoniale. In questi casi, una maggiore consapevolezza rappresenterebbe un punto di miglioramento per l’intero settore».

Un insight di carattere operativo

Sfogliare un giornale e leggere di sport sotto una declinazione economico-aziendale, è ormai un’esperienza quotidiana. «Qual è l’impatto dell’acquisto o della cessione di un giocatore – si chiede il professor Sottoriva –? È possibile far fronte agli impegni collegati ad un certo tipo di rosa di giocatori? Cosa succede se i ricavi da botteghino aumentano del 3%? Perché i ricavi da sponsorizzazioni di una società sono aumentati mentre quelli di un altro club non registrano un incremento simile?».

Sono quesiti che l’organo amministrativo di una società si trova quotidianamente a dover gestire. «Ma la dimensione economico-finanziaria – chiosa – spesso non viene monitorata adeguatamente. Farlo, al contrario, vuol dire sapere se il piano marketing è troppo compresso oppure troppo ampio per raggiungere certi obiettivi. Significa fare attenzione al piano industriale e soprattutto alle esigenze di fabbisogno e di cassa che, se non presidiate, possono creare gravi situazioni di dissesto aziendale». 

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