Università Cattolica del Sacro Cuore

Dopo sette anni di conflitto armato, la Siria presenta grandi lacune in materia di diritti dell’infanzia. La povertà diffusa e lo stato di degrado accrescono le condizioni di vulnerabilità della popolazione, in particolare dei bambini che sono considerati l'ultimo gradino della scala sociale. Secondo i dati di Unicef, sono 125mila i minori che, in seguito alla guerra, sono a rischio di violenza e abusi. 

Un’intera generazione che ha visto crollare i propri punti di riferimento e ha sperimentato un sentimento di perdita di controllo e di impotenza, in quanto la rete sociale non riesce a essere più responsiva ai loro bisogni. Risulta quindi necessario un intervento volto a limitare le conseguenze negative dell’evento traumatico e a favorire lo sviluppo dei diversi fattori di resilienza, attraverso risorse interne ed esterne.

Il progetto

In questo contesto si inserisce il progetto “Sport e resilienza: una speranza per la Syria” dell’Associazione Francesco Realmonte Onlus, in collaborazione con l'Università Cattolica, presso il centro sportivo Deir Al Mukhalles ad Homs. «Lo sport – spiega la professoressa Cristina Castelli – è un mezzo efficace per promuovere la pace, e la Siria ne ha tanto bisogno. Perché supera le frontiere geografiche e le classi sociali. Gioca un ruolo importante per la promozione dell'integrazione sociale e dello sviluppo economico in diversi contesti culturali e politici». È possibile sostenere il progetto CLICCANDO QUI.

Crescere in modo resiliente

L’obiettivo del progetto è creare uno spazio sicuro di aggregazione e di socializzazione al di là di ogni credo religioso, dove i ragazzi e le ragazze possano sentirsi protagonisti e non succubi di eventi catastrofici imposti dagli adulti. «Uno spazio dove si possa apprendere delle regole, socializzare e rafforzarsi emotivamente. Ma soprattutto dove si cresce in modo resiliente di fronte alle difficoltà della vita, consapevoli che l'aspirazione, la perseveranza, la fiducia in se stessi, la capacità di gestire le situazioni di stress siano aspetti cruciali per la crescita del minore».

Sono tutti elementi che possono essere coltivati con l'attività sportiva, e che quindi renderanno lo sport ancora più utile ai ragazzi e alle ragazze coinvolte nel progetto, che hanno vissuto il dramma della guerra. «Ora che la fase più crudele della crisi sembra superata, questi giovani cercano la normalità, desiderano riappropriarsi della propria vita e guardare ad un futuro di pace. Homs e la Siria si ricostruiscono partendo dalle rovine, ma dobbiamo ricordarci che le rovine non sono solo quelle che si vedono nelle strade. Ben profonde sono quelle dell'anima, della psiche, del cuore. E il governo siriano ha pochissime risorse per le emergenze psico-sociali».

Come contribuire

Tra le tante azioni presenti nel progetto, la formazione degli operatori, la consulenza per la realizzazione del programma con circa 400 bambini partecipanti, un’équipe di psicologi che interverrà sia con bambini sia con le famiglie, le azioni di monitoraggio e la valutazione finale dell’efficacia dell’intervento. Lo sport può aiutare, perché rafforza risorse individuali e collettive e mette in campo energie che aiutano la resilienza, cioè la forza d'animo per affrontare e superare le vulnerabilità. Per contrubuire, è possibile scrivere a sportresilienzasiria@gmail.com

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