Università Cattolica del Sacro Cuore

La prestigiosa aula Pio XI si riempie rapidamente. Le sedute delle ultime poltroncine di velluto rosso vengono ribaltate quando mancano ancora due ore all’inizio dell’evento. Eppure lo scalpiccìo proveniente dallo scalone d’onore continua a risuonare nell’atrio. Incessante. Ci si sposta allora nella vicina aula Gemelli, più spaziosa ma ugualmente gremita nel pomeriggio del 30 novembre. Una giornata speciale all’Università Cattolica.
È la presentazione di Cattolicaper lo Sport, la nuova piattaforma di esperienze e competenze che l’Ateneo mette a servizio di club, manager e atleti, per lo sviluppo della competitività e della creazione di valore.

Buffa si racconta

A fare gli onori di casa, Mario Gatti, direttore di Sede, Mario Molteni, delegato del Rettore per i rapporti con le imprese, Roberto Brambilla, direttore Formazione post-laurea e research partnership e Caterina Gozzoli, coordinatrice di Cattolicaper lo Sport. Sul palco, tre numeri uno dello sport made in Italy: Ivan Basso, vincitore di due edizioni del Giro d'Italia, nel 2006 e 2010, Filippo Galli, autentica bandiera rossonera dal 1983 al 1996, oggi responsabile del settore giovanile di AC Milan e Carlalberto Ludi, difensore del Novara Calcio dal 2006 al 2016, capitano degli Azzurri, ora collaboratore tecnico del club piemontese. Un incontro preceduto da quello con Federico Buffa, autore e giornalista di Sky Sport, fuoriclasse del giornalismo sportivo e dello storytelling, secondo Aldo Grasso «narratore straordinario, capace di fare vera cultura». Per lui, più di 800 studenti dell’Università Cattolica, che attraverso le loro domande hanno potuto scegliere in prima persona il tema dell’incontro, come in una puntata realmente on demand del programma Buffa racconta

Un percorso personalizzato           

«Ho dedicato la mia vita alla bicicletta, tralasciando gli studi. Adesso ho voglia di imparare». Dalla cattedra dell’aula Gemelli Ivan Basso si racconta così alla platea, cercando con lo sguardo soprattutto gli occhi attenti degli studenti, tra il pubblico di manager, direttori sportivi, responsabili della comunicazione e del marketing di diversi club italiani. «Vorrei diventare un buon dirigente, cioè un esempio per gli atleti del mio team». E proprio per questo l’ex maglia rosa sta seguendo un percorso nella transizione dal periodo di fine carriera agonistica all’avvio della vita professionale da dirigente nel mondo delle due ruote. Un iter studiato ad hoc, personalizzato e strutturato seguendo nel dettaglio esigenze specifiche.

Programmi executive

Come quelle espresse da Carlalberto Ludi, che ha scelto di seguire un programma executive con Cattolicaper lo Sport nel passaggio da difensore e capitano del Novara allo staff tecnico degli azzurri. «Non bastano più le doti naturali per arrivare ad alti livelli. Uno sportivo deve saper comunicare e vivere in armonia con il resto della squadra. Anche per questo, diventa ancora più determinante il lavoro del direttore sportivo, che non si occupa soltanto del calciomercato, ma vive la quotidianità del gruppo».

Formazione e consulenza

Cattolicaper lo Sport si avvale di un team di ricercatori e professionisti di grande esperienza nell’ambito della comunicazione, del marketing, della corporate strategy e del potenziamento delle risorse umane. Tra le collaborazioni più prestigiose, quelle con AC Milan e con Vanoli Basket. «In una società è fondamentale la formazione psicopedagogica rivolta agli adulti che lavorano a stretto contatto con i ragazzi», ha spiegato Filippo Galli, responsabile del settore giovanile del club rossonero. 

I tifosi al centro

Chi lavora nello mondo dello sport, insomma, deve avere una visione globale del proprio team. Proprio per questo, il primo dei tre incontri si è soffermato sui nuovi scenari di sviluppo economico dello sport. Un’occasione per presentare “Finance per non finance manager”, la seconda edizione del corso per professionisti che intendono sviluppare competenze in merito ai principi economici d’impresa applicati al business specifico del calcio. Tra gli ospiti Riccardo Pittis, mental coach e tra i giocatori più rappresentativi della Nazionale di pallacanestro vicecampione d’Europa negli anni Novanta. «Dopo la trafila nelle giovanili dell’Olimpia Milano, è arrivato il mio momento nel quintetto titolare. C’è stato qualcosa di speciale, la sensazione magica del calore dei tifosi. Sono i fan, la cifra indelebile della mia carriera sportiva. Un giocatore ha davvero successo solo se raggiunge il loro cuore». Perché lo sport muove prima di tutto i sentimenti e le emozioni delle persone. Percezioni e attrazioni uniche, spesso irripetibili.

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