Università Cattolica del Sacro Cuore

È come sognare ad occhi aperti per gli Eagles di Filadelfia, che battono i New England Patriots di Boston 41 a 33 e vincono il titolo per la prima volta nella storia del Super Bowl. Proprio contro i superfavoriti, che di titoli ne hanno già cinque in bacheca, guidati dalla star assoluta del football americano Tom Brady.  

Lo spettacolo del Super Bowl

La 52esima edizione del Super Bowl si conferma un grandissimo spettacolo, dentro e fuori dal campo. Perché se sul manto verde ci pensano i due quarterback, Brady e Nick Foles - con Brady ad inseguire inaspettatamente gli Eagles fino a trovare la provvisoria rimonta sul 33 a 32, e Foles a confermare una stagione semplicemente strepitosa -, lo show fuori dal campo vale anche di più. Lo dimostrano 5 milioni di dollari per 30 secondi di spot televisivo. Un valore che non conosce crisi, ed infatti sempre in crescita fino a raddoppiare dal 2008 ad oggi. Lo conferma – soprattutto – la quantità di spettatori incollati davanti a schermi e maxischermi: quattro volte quelli delle Finals di NBA e più del triplo delle World series della MLB

Ma a Filadelfia c’è qualcuno che ha iniziato a vivere un sogno ben prima che Foles e compagni entrassero nella storia. Si chiama Nausicaa Dell’Orto, ha 24 anni e una passione sfrenata per il football americano. Dopo il liceo, Nausicaa si iscrive a Giurisprudenza «quasi casualmente», ma capisce subito che non fa per lei. Sceglie allora Scienze linguistiche  e letterature straniere: «Era un percorso perfetto per me, ho studiato tutto quello che mi piaceva di più, dal cinema allo storytelling. In Cattolica ho imparato a lavorare sodo fino a tardi, senza lamentarsi. E a fare networking. Ti viene offerta un’infinità di corsi interessanti, per approfondire, specializzarsi o semplicemente scoprire nuovi mondi».

A Sky Sport

Nausicaa frequenta il Corso “Interactive Marketing Communication, Public Relations and Event Management”, organizzato in collaborazione con la Boston University, la Summer school "Engaging culture through film”, un corso intensivo di storytelling al Menlo College in California e la Summer school “Ideazione e produzione di programmi tv sullo sport” in collaborazione con Sky Sport. E proprio grazie a quest’ultima esperienza si aprono le porte della redazione milanese. «A Sky ho imparato tutto. Mi occupavo di social media: in questo campo, per noi millenials è molto semplice essere più esperti di chi ci assume. Avendo avuto modo di lavorare con diversi giornalisti come Alessandro Mamoli, Alessia Tarquinio e Guido Meda, ho pensato di preparare un documento con le dieci regole fondamentali che permettessero di ottimizzare la loro esperienza sui social, migliorando così i loro profili».

La NFL Films

Terminato lo stage, ne ha iniziato un altro a VisitDenmark, per la promozione turistica attraverso i social media. «Ma il mondo del turismo non faceva per me. Ho inviato curricula da tutte le parti. E quando tutti sembravano non avere spazio, ecco che finalmente è arrivato un sì. Quando ho aperto Gmail e ho guardato la posta stavo per scoppiare in lacrime». Perché quel sì proveniva dalla NFL Films, la casa di produzione della National Football League. «Ho visto un post su Facebook e ho cliccato subito sul link, prima ancora di finire di leggerlo. Proponevano uno stage nella produzione. Il top per chi, come me, ha sempre desiderato far venire la pelle d’oca alle persone con i video, raccontare storie attraverso una piccola telecamera. E poi.. Video production is my passion but football is my life».

Il football americano per amore

Nausicaa viene selezionata, ora però deve superare il test di ammissione: raccontare una storia emozionante sul football americano. «C’erano 1600 richieste per quella posizione, ma solo 16 posti. Mi hanno fatto scrivere una storia sul football, e io ho raccontato la storia di Penelope, una ragazza all’ultimo anno del liceo Stendhal di Milano, che si innamora di un quarterback e inizia così a fare la cheerleader per la sua squadra. Solo che un bel giorno le coreografie acrobatiche non le bastano più. Vuole giocare a football. Ma il presidente del club le chiede: «Non vi farete male?». Penelope insiste, giorno dopo giorno. Dopo qualche mese riesce finalmente a mettere in piedi una squadra femminile.

Penelope o Nausicaa?

Dal presidente, non senza qualche perplessità, ottiene delle vecchie attrezzature e del vestiario in disuso. Un’amica cheerleader riesce a convincere suo papà ad allenarle: è l’inizio del sogno. 
Penelope non smette più di giocare. Prima a Milano, nel parco Sempione, con i vestiti logori che avevano recuperato e un’attrezzatura consumata dal tempo ma sufficiente a lasciare spazio alla passione. Poi a Bologna. E dal 2017 entra nella nuova Nazionale italiana femminile di football americano. «La storia che raccontai piacque molto, e mi scelsero. Anche perché decisi di concludere dicendo: ma ve l’ho detto che il mio secondo nome è Penelope?».

Tante soddisfazioni

Così Nausicaa vola negli Stati Uniti, per coronare un sogno alimentato da due passioni. «Viaggiare non mi ha mai spaventato. Quando giocavo a Bologna, mi allenavo tre volte alla settimana e giocavo nel weekend. Prendevo il treno da Milano, dormivo da un’amica e poi riprendevo il treno la mattina presto, per tornare a Milano e frequentare l’Università». Tanti sforzi, molti sacrifici, ma anche diverse soddisfazioni. «Come quando, nel 2017, sono entrata a far parte della Nazionale italiana. Anche l’Università Cattolica mi ha permesso di viaggiare. Perché oltre alla Summer school dell'Alta Scuola in Media, comunicazione e spettacolo (Almed) a Sky, grazie ai numerosi programmi pensati per gli studenti ho potuto studiare alla Boston University, frequentando un corso intensivo di tre settimane su marketing, comunicazione e event management. E poi la summer school sullo storytelling al Menlo College, nei pressi di Palo Alto, in California». 

«L’Università mi ha dato un metodo, mi ha fatto capire cosa vuol dire essere determinati, perseguire un obiettivo. E mi ha fatto incontrare persone stupende. Come Enrico Reggiani, professore di Letteratura inglese, così appassionato della sua materia che mentre lo ascoltavo, pensavo: da grande voglio essere come lui, voglio amare così tanto quello che faccio. E poi Paola Abbiezzi: come coordinatrice didattica, mi ha selezionato permettendomi di frequentare la Summer school a Sky. È una persona che ti dà volentieri una possibilità, e per questo non la vuoi deludere».

Grandi obiettivi

L’obiettivo di Nausicaa è diventare produttore esecutivo. Ma non ha smesso di giocare a football. «Il livello è più alto, ma ci sono tante giocatrici in Italia che “spaccherebbero” anche negli States. In fondo, anche qui si gioca per passione: you play for pizza». E proprio da Filadelfia, Nausicaa ha visto la squadra della città vincere il suo primo Super Bowl. «Anche se adoro Tom Brady, sono molto contenta che abbiano vinto gli Eagles. Raccontare la loro storia sarà fantastico: non avevano mai vinto, prima d’ora; l’ultimo successo era antecedente all’era Super Bowl e risaliva a più di mezzo secolo fa; tutti si aspettavano che prima o poi sarebbero crollati, soprattutto quando si è infortunato Carson Wentz. E invece hanno fatto una stagione spettacolare». Con Nick Foles, l'altro quarterback, una semplice di riserva, gli Eagles sono arrivati fino alla fine. E hanno incominciato a sognare, proprio come Nausicaa.


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